Mentre Elisabeth cospargeva l'ungento sulla sua guancia, Guisgard iniziò a guardarla.
I suoi occhi scivolavano sul viso di lei.
Vide i suoi occhi, che il riflesso del fuoco rendeva luminosi e scintallanti.
Due occhi che imprimevano su quel viso un qualcosa di incantato.
Un incanto che sembrava rivaleggiare con quello della Luna, avvolto nel quale, da fanciullo, Guisgard aveva imparato a sognare.
Poi vide le sue labbra.
E sentì i capelli di lei scendere ed accarezzare, distrattamente, la sua pelle.
Poi, le parole di lei lo destarono da quel momento.
"Vi ringrazio milady" disse allacciandosi il colletto della giubba "il dolore sembra diminuire pian piano. Ora, come mi avete fatto notare, sarò vagamente più presentabile."
E rise di gusto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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