Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 24-03-2011, 04.18.29   #32
Guisgard
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Lord Astalate ricevette subito in privato e con gioia l’abate Ravus.
“Cosa vi conduce nella mia dimora, monsignore?” Chiese il nobile.
“Eh, mio buon amico…” rispose con aria dimessa il chierico “… sono momenti tristi questi… prima la morte del duca Rauger, poi la ribellione di lord Cimarow…”
“Si, conosco i fatti di cui parlate… ho dato ordine di raggruppare cavalieri da ogni dove per mandare rinforzi al ducato di Capomazda.”
“Ed il Cielo ve ne renderà merito, milord!”
“In realtà non è solo per Carità Cristiana che ho fatto ciò…” disse Astalate “… se i Taddei perdessero il potere a Capomazda, temo che in tutta la regione sorgerebbero focolai di ribellione…”
“E proprio alla morte di sua signoria si deve la mia visita qui oggi, milord.”
“Vi ascolto.”
“Sapete che io sono stato da sempre il confessore del defunto duca” cominciò a dire il chierico “e quindi ben conosco la travagliata storia dei Taddei…”
“Stirpe tanto nobile quanto bellicosa.” Osservò Astalate.
“Ma anche maledetta, secondo ciò che si narra…”
“Andiamo, monsignore!” Esclamò Astalate. “Siete uomo di Fede e non crederete a queste superstizioni!”
“Milord, non credo a favole e leggende, ma in ciò che sento e vedo. Sua signoria, dopo la morte di sua moglie, lady Roselide, avvenuta pochi giorni dopo le nozze, aveva lasciato il palazzo di Capomazda, chiudendosi quasi come un eremita in un castello a poca distanza dall’antica dimora della sua stirpe. L’aveva fatto perché, come mi raccontava spesso, ogni cosa in quel palazzo gli ricordava l’amata moglie troppo presto perduta. E per trent’anni aveva vissuto lontano dal palazzo ducale. Fino a pochi mesi fa, quando decise di farvi ritorno.”
“E come mai questa decisione?” Chiese Astalate.
“Perché voleva morire, come egli stesso mi disse, nella casa dei suoi antenati. Voleva trascorrere là la sua vecchiaia, per spegnersi serenamente. E prima di tutto questo organizzare le nozze di suo nipote ed erede con lady Talia, principessa di Sygma. Ma pochi mesi dopo quel matrimonio, la tragedia che ben conosciamo…”
“Già, una tragedia.”
“Il duca non credeva a quell’antica maledizione… o per meglio dire, non se ne curava… e questo credo sia normale per un uomo che, dopo aver perso la donna amata, ben poco aveva da chiedere alla vita…”
“Avanti, arrivate al punto, monsignore!”
“Vi è un antico manoscritto, custodito nel palazzo ducale, dove si narrano i fatti che secondo la leggenda causarono l’orrenda maledizione… credo dovreste ascoltarlo…”
“So che non ho altra scelta…” disse rassegnato Astalate “… avanti, vi ascolto…”
Ravus cominciò a leggere il manoscritto:

Ecco l’origine e la causa delle nostre sciagure.
Avvenne che circa 200 anni fa le nostre armate conquistarono le terre di Sygma.
Per sancire la fine delle ostilità fu cosi combinato il matrimonio tra Ardeliano, erede del ducato, e Gyaia, principessa di Sygma.
Ma il rampollo dei Taddei non amava la bella principessa e finì per trascurarla.
Fino a quando, una infausta sera, la giovane infelice e sconvolta abbandonò il palazzo.
Non trovandola, forse a causa del dolore, Ardeliano comprese finalmente i suoi veri sentimenti.
Ma la nutrice di Gyaia, Olyana, attese ed affrontò Ardeliano.
“Tu, dannato…” gridò “… tu sei responsabile del dolore di quella ragazza… e sarai responsabile della sua anima… come della tua! Io, davanti al Cielo, ti maledico per non aver riconosciuto il vero amore ed aver condannato questa giovane che ti amava più della sua stessa vita all’infelicità! Pagherai, per sempre tu e la tua discendenza! Quando incontrerete il vero amore, esso vi sarà strappato via… insieme alla vita! Lo giuro su…”
“No!” Gridò il duca, afferrandola per il braccio con cui la donna invocava l’oscuro maleficio.
Un attimo dopo, chiamò i suoi servi e con loro, portandosi dietro i cani, si lanciò nella brughiera per ritrovare quella ragazza che troppo tardivamente aveva capito di amare.
Ma, per la disperazione, Ardeliano si allontanò dai suoi servi e con i suoi cani cercò di raggiungere la giovane nella brughiera avvolta dalle tenebre.
Poco dopo i servi raggiunsero i cani, che, come spaventati, ansimavano attorno ad un fossato, nel quale giacevano i corpi senza vita di Ardeliano e Gyaia.
Sui loro volti era impressa un’espressione di disperata paura.
E proprio in quell’istante una sagoma a cavallo, spaventosa e misteriosa, apparve in lontananza.
I servi a quella visione fuggirono via.
Chi riuscì a raggiungere il palazzo ducale non fu in grado di riacquistare più il senno.
Questo è ciò che si narra sull’origine del flagello che perseguita la nostra famiglia da diverse generazioni.
Altri nostri predecessori e successori di Ardeliano hanno visto finire tragicamente le loro vite e tutti avevano da poco conosciuto le gioie dell’amore vero.
E le loro morti furono tutte impresse da quel medesimo marchio di orrore sui loro volti.
Qualcosa di oscuro forse davvero perseguita la nostra stirpe.
Qualcosa che sembra volerci legare ad un destino di morte, senza la gioia più grande: Amore.
Ecco perché questa maledizione ha preso il nome di Gioia dei Taddei.

In fede

Conelia de Taddei, granduchessa di Capomazda, suddita di sua maestà e serva di Dio.

“Ecco, questo è il manoscritto che narra di quella maledizione.” Mormorò Ravus mettendo a posto quel documento. “Lady Conelia trascrisse queste notizie mentre cercava spiegazione per le tragiche morti di diversi suoi predecessori.”
Astalate fissò con sufficienza il chierico.
“E al di là di ogni nostra logica convinzione e opinione…” aggiunse questi “… resta il fatto, chiaro ed indiscutibile, che lord Rauger è morto nello stesso identico modo descritto da questo manoscritto vecchio di un secolo…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

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