Il carrozzone riprese il suo viaggio, attraversando il bosco e dirigendosi diritto verso la capitale.
Gwen e le sue amiche avevano una gran fretta di arrivarci, soprattutto dopo ciò che avevano visto nel bosco.
Dopo circa un'ora avvistarono finalmente la città.
Afragolopolis era una Babele di case, di palazzi, di torri e di guglie dagli infiniti balenii e gli splendenti riflessi.
Racchiusa da mura millenarie che giravano in cerchio attorno all'abitato urbano, lungo i margini della particolare conformazione del terreno a forma di corno, di qui il soprannome di Corno di Platino, il tutto terminava con la sommità dell'agorà, la parte nobile della città, dove sorgeva anche il monumentale palazzo reale.
Il carrozzone attraversò una delle porte cittadine, entrando così in quel mondo variopinto, meraviglioso, ricco, sterminato che era Afragolopolis.
“Il re, altezza.” Disse il soldato ad Altea. “Il potente monarca del reame di Afragolopolis. L'uomo a cui città e regni sono vassalli e sottomessi. Spetta al re salvare il reame da questa guerra millenaria.”