A quelle parole di Altea ed Elisabeth, tutti i superstiti, come attraversati da un nuovo fervore, esultarono e cominciarono, uno dopo l'altro, prima gli uomini, poi le donne, gli anziani e i bambini, a proporre se stessi per ricostruire una nuova Tylesia.
Vincere la natura, ma non solo.
Avevano voglia di ricominciare, cancellando tutti quegli errori che avevano condotto i tylesiani alla catastrofe.
Reas, allora, commosso per ciò che vedeva, corse verso Altea ed Elisabeth e le abbracciò forte.
Poi prese una verga e cominciò a segnare a terra delle linee.
“Presto, anche voi.” Disse rivolgendosi a tutti loro. “Cominciamo a disegnare il nuovo perimetro della città... poi invocheremo su di essa la Benedizione Divina.”
In quel momento due monaci, con i sai sporchi di fango, si fecero avanti tra la folla.
“Messere...” disse uno di loro “... sono Jovinus e questi” indicando l'altro monaco “è frate Plautus... giungemmo in queste terre per costruire una chiesa in qualche zona desolata e convertire molti alla Fede Cristiana... ma ora serve qui una nuova chiesa e noi la costruiremo tutti insieme... e in questa” mostrando una scatola che recava con sé “è conservata una Santa Reliquia... si tratta di una delle pietre adoperate per il martirio di Santo Stefano... è ancora macchiata con il suo sangue... una volta costruita la nuova chiesa, sarà conservata al suo interno... e Santo Stefano sarà il patrono della nuova Tylesia...”
Tutti allora si strinsero attorno ai due monaci, che recitarono così la Santa Messa per benedire i lavori per la nuova città.
E alla fine tutti loro si unirono in un solo canto all'Altissimo, fatto di amore e speranza per il futuro.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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