Discussione: Enigmi a Camelot
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Vecchio 20-07-2019, 03.37.40   #4938
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Ci sono solo 3 modi per lasciare la Legione Straniera una volta che ci si è arruolati...” disse Guisgard agli altri ragazzini seduti in cerchio intorno a lui “... trascorrere 3 anni di servizio... pagare una penale da un 1.000.000 di dollari...”
“Ed il terzo modo?” Chiese uno dei ragazzini che lo ascoltavano.
“Il terzo modo” fissandoli Guisgard “è quello di morire in battaglia.”
Tutto lo ascoltavano rapiti.
“Dai, cominciamo a giocare!” Un altro di quelli.
“Siiii!” In coro gli altri.
Allora i ragazzini si riversarono nel cortile che in breve, con la loro fantasia divenne il fortino della Legione Straniera sotto il Sole caldo del deserto.
Gli hangar con gli aerei, il camminamento per le sentinelle da cui si vedevano dune a perdita d'occhio in quell'oceano sterminato di sabbia e miraggi.
E poi il locale in cui immaginavano di bere e divertirsi dopo l'addestramento ed i turni di guardia.
I ragazzini giocarono tutto il pomeriggio.
E tutti furono entusiasti di quel nuovo gioco.
Tutti tranne Guisgard, che nel tornare a casa rimuginava a quel gioco ed al perchè non era stato, per lui, bello, appagante e sognante come invece l'aveva immaginato.
Ma la risposta la sapeva già.
Forse per questo, più o meno inconsciamente, aveva fatto la strada lunga, passando davanti ad una villetta che era abbastanza distante da casa sua invece.
Restò davanti al cancello, fissando la finestra al primo piano per un tempo indefinito.
Poi, finalmente, la vide.
Sapeva che verso il tramonto lei usciva ad innaffiare le sue piante sul balcone.
Si voltò e lo vide.
“Ciao...”
“Ciao.” Lui.
“Che fai?”
“Niente.”
“Scusami...” lei a lui “... oggi dovevamo giocare tutti insieme... scusa, sono un disastro... ma non ho potuto... aveva da fare... qui a casa...”
“Dai, smettila...” fissandola “... lo so... lo so perchè non sei venuta a giocare... lui non vuole.. stai con lui ora, no? E non puoi più venire a giocare con noi... anzi, con me... lo so...”
“Dai, Guis...”
“Già...” scuotendo la testa lui “... dai, vado... ti lasco alle tue piante... divertiti.”
“Aspetta...” lei avvicinandosi alla ringhiera del balcone “... dimmi... dimmi del gioco... cosa avete fatto? Che luoghi avete visitato? Dimmi tutto, ti prego...”
“Perchè?”
“Così...”
“Dimmelo...”
“Lo sai...”
“Non so nulla...” lui seccato “... c'è lui, no? Perchè lo chiedi a me? Chiedi a lui di farti giocare, sognare. Di portarti altrove, magari rapirti di notte e scrivere tante storie solo per te, per farti sentire importante, unica, la più bella. Per costruire il suo intero mondo intorno a te. Che c'entro io? Cosa vuoi da me?”
“Basta, sei un cretino!” Lo zittì lei. “Sei un cretino e sei crudele! Vattene! Ci sono le altre, no? Scrivi per loro!”
“Si, hai ragione...” lui sorridendo amaramente “... sono un cretino... visto che ero venuto qui per... per parlarti di quel gioco... di come ci avessi fantasticato su tutto il giorno, per poi accorgermi che non mi piaceva... era vuoto... l'avevo pensato per te, per giocarci insieme... era... era un regalo... un pensiero d'Amore...” guardandola “... non mi vuoi, no? Beh... io... io allora ho voluto lasciarti quella storia... scrivere e questo volevo offrirti... regalarti... per farti pensare a me...”
Lei restò in silenzio.
Lui allora tirò fuori un quaderno, dove aveva scritto la storia che aveva fatto da trama al gioco con i suoi amici.
Su quel foglio però la storia era molto più bella, perchè c'era lei con lui ed erano insieme.
Lei quella sera, più volte, lesse quella storia, quello scenario, venendo rapita e portata via.
Nel magico e romantico mondo della Legione Straniera, degli spazi caldi e sconfinati, fra voli mozzafiato nei cieli, inseguimenti rocamboleschi, battaglie all'ultimo sangue e misteriosi miraggi fra le dune.
Lui era un asso della legione, un pilota formidabile, lei una giovane e ricca ereditiera giunta al forte dei legionari per i suoi viaggi intorno al mondo.
In quella storia volarono sul mare, oltre il deserto e precipitarono su un'isola deserta, amandosi come se al mondo ci fossero solo loro.
E forse era davvero così.
Il giorno dopo, Radio Casablanca, da una vecchia radio in stile anni'30, lanciava il consueto programma di musica giornaliero, dove c'era sempre il tanto atteso quiz da risolvere.

“Buongiorno, amici ed amiche in ascolto! Pronti per il nostro quiz? Avanti, chi per primo o per prima telefonerà potrà cominciare a chiedere il suo... Se fosse!”

Anche quella mattina la musica della radio, accompagnando il quiz, struggente vagava fra i bianchi muri del fortino dei legionari, raccontando di quei posti esotici e sognanti, carichi di avventure dal piglio epico e romantico, di spazi sconfinati e di Amori d'altri tempi.
Tutto ciò scritto in un gioco di una notte, perchè tu lo leggessi e pensassi a me.

E voi dame e cavalieri di Camelot, pronti a risolvere il Se Fosse di Radio Casablanca?



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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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