Tutto accadde velocemente.
Il rapimento, il viaggio, la paura e la disperazione.
In breve, come se tutto fosse divenuto un incubo indicibile, ogni cosa mutò intorno a Dacey.
Non più il mormorio del mare, le onde spumose sulla sabbia, il profumo di salsedine e la bellezza del Palazzo d'Estate.
Non più le bianche coste sull'Egeo, né le torri saracene lungo i promontori.
In un attimo il suo mondo svanì.
Chi l'aveva rapita?
Nemici di suo padre?
Pirati?
Mercanti di schiavi?
Queste ed altre infinite domande tormentarono Dacey fino a quando quella nave giunse a destinazione.
Fu fatta salire su una carrozza e poi lasciarono il molo, fino a salire su un battello che prese a risalire la corrente di un fiume.
Ed infine un castello dalle mura massicce ed invalicabili, alte torri quadrangolari e merlate, stendardi consumati che si agitavano al vento ed un'infinità di verde tutt'intorno che aveva preso il posto dello sterminato mare che avvolgeva la sua ventilata isola.
Alcuni rozzi soldati la condussero così nel maniero, fino a rinchiuderla in una piccola ma Tutto sommato accogliente stanza, lasciandola alle cure di una ragazza, per poi andare via.
“E così tu sei il prezioso ostaggio...” disse fissandola la ragazza.