"Esatto." Disse Belven a Gwen. "Dopotutto, come lei stessa ha detto un attimo fa, spesso i più nobili, o presunti tali, ideali vaneggiato dall'uomo sono sfociati poi nelle più profonde catastrofi, come apounto la Rivoluzione Francese. Per questo voglio vederci chiaro dietro questo ambizioso progetto."
"Mi parli più diffusamente di questa città..." Elv "... è aperta a tutti? O solo ai più ricchi?"
"In principio" spiegò Belven "sarà aperta solo alle persone più ricche e potenti al mondo. Quindi presidenti, monarchi, sceicchi, star del Cinema, della Musica e dello sport e via dicendo. Questo, almeno in via teorica, per consentire di testare la capacità che avrà il progetto di soddisfare le richieste dei loro ideatori."
"Capisco..." pensieroso Elv.
"Però vi sono delle eccezioni..." mormorò Belven.
"Ossia?" Chiese Elv.
"Nessun leader o esponente religioso avrà il consenso di accedervi." Svelò Belven. "Di nessuna Fede. E' tassativo ciò."
"Il motivo?"
"Perchè regole ed imposizioni, che non siano quelle naturali ed affini all'intelletto umano, non sono ammesse." A lui Belven. "Ammesso poi che i Dettami Religiosi non siano naturali e propri dell'animo umano." Accendendosi una sigaretta.
