Vayvet restò a fissare Chantal.
Astio e rabbia attraversarono i suoi occhi.
Era sudato, la barba incolta e l’espressione stravolta per la ferita.
Eppure i bei tratti del suo volto erano ancora ben visibili.
Forse, se non fosse stato ferito, avrebbe sfogato quell’impeto di rabbia, ma dovette trattenersi.
“Forse perché non mi va di scavare tombe senza nome, sciocca di una ragazza…” mormorò “… tentò poi di placare la sua ira “… riprendetevi il vostro velo e copritevi il capo…” con disprezzo “… e badate…” fissandola con i suoi occhi penetranti “… badate di non avvicinarvi troppo a me e di sfiorarmi di nuovo… forse non vi rendete conto cosa vul dire per un uomo restare chiuso quattro anni in un cella senza vedere mai una donna…”
Ad un tratto si udirono dei passi.
“Capo!” Entrando Monty come una furia. “Si stanno avvicinando due guardie! Forse provengono dalla prigione! Che facciamo? Le accoppiamo?”
“No…” scuotendo il capo Vayvet “… o presto ci ritroveremo un’intera squadriglia alle calcagna… chiama Haro e nascondetevi in casa…”
Monty annuì ed obbedì.
“Presto, voi…” rivolgendosi a Chantal “… mettevi lì, accanto al fuoco e reggetemi il gioco… e badate di non fare scherzi o vi sgozzeremo tutti come animali al macello…”
Un attimo dopo qualcuno bussò alla porta.
La governante aprì e due guardie entrarono in casa.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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