Elisabeth ed Altea furono così condotte nella loro stanza da quel servitore.
Era una grande stanza, arredata con gusto e con una sottile predilezione per la luminosità.
Era infatti esposta a Sud, dunque ben illuminata, con due ampie bifore che davano sul parco e sul misterioso cancelletto d’oro.
I mobili erano intarsiati con avorio e madreperla, mentre tappeti dai vistosi colori ricoprivano il pavimento.
In due ciotole erano lasciate a bruciare alcune foglie di una qualche essenze sconosciuta alle due donne, ma che liberava nell’aria un delicato profumo.
Il servo andò via ed un istante dopo giunse una vecchia servitrice.
“Per qualsiasi vostro bisogno” disse ad Elisabeth e ad Altea “io sono a vostra disposizione.”
Si avvicinò poi alle finestre per sistemare le bellissime tende colorate e notò qualcuno passeggiare nel parco.
“Povera mia regina…” mormorò quasi senza badarci “… ogni giorno la stessa pena… ogni giorno a cogliere quel fiore promessole e mai più donatole…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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