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Vecchio 20-10-2010, 01.32.18   #274
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il sole stava tramontando.
"Rosso di sera, bel tempo si spera..." ricordava questo vecchio detto dalla sua infanzia.
Il cielo era purpureo ed una lieve e fresca brezza rendeva l'aria chiara e limpida.
La campagna circostante il castello era di un verde pallido, con riflessi di giallo e rosato che l'attraversavano.
I colli lontani, addormentati come antichi guardiani, vedevano sul proprio dorso accendersi i piccoli borghi che sorgevano tra le pendici e le cime.
Ma nell'austero castello l'incanto di quel paesaggio sembrava molto lontano.
Lei era immobile davanti ad una finestra, a fissare la campagna che mai come ora le appariva triste e addolorata.
"Non credo abbiate altro da fare qui, cavaliere..." disse il marchese, col suo tono indifferente, seduto sul suo ammuffito seggio.
"Io vado via, Carry..." sospirò Guisgard, incurante delle parole del marchese.
Lei non rispose, restando a fissare il vuoto oltre la finestra, con le mani intrecciate, tradendo ansia.
"Credo che lei abbia già deciso, cavaliere."
"Deve dirmelo lei." Rispose Guisgard alle parole del marchese.
"Il silenzio è spesso più efficace di mille parole, vero cara?" Replicò il marchese, volgendosi a sua moglie.
La donna continuò a restare in silenzio.
"Carry..." la chiamò Guisgard.
"L'amore non è poi diverso dalla guerra..." disse il marchese "... e voi avete perso."
Il cavaliere gli lanciò una sguardo di disgusto misto a rabbia.
"Guardatevi attorno..." continuò il marchese "... tutto mi appartiene... la terra, il castello ed anche chi vi vive... credete davvero, mio sciocco sognatore, che per una donna tutto questo non conti nulla? Pensavate che la giovinezza e la bellezza bastassero a promettere ad una donna la felicità e la tranquillità?" E si abbandonò ad una irriverente risata.
Guisgard chinò il capo e fissò il vuoto della sala.
Si incamminò allora verso l'uscita, passando accanto alla donna in piedi vicino alla finestra.
"Carry... se mi ami... se mi hai mai amato non lasciarmi andare così... ti supplico..." pensò mentre le passava accanto.
Ma la donna continuò a restare in silenzio, mentre tristi lacrime bagnavano il suo bellissimo volto.
"Non amerò mai più..." ripeteva fra sé e sé il cavaliere, mentre raggiungeva il ponte levatoio "... mai più..."
Guisgard così uscì dal castello e restò a fissare quella splendida campagna, illuminata da quel bellissimo tramonto rosso, con la sua eterea promessa di felicità.


Si svegliò di soprassalto.
Si guardò intorno, era rimasto solo nella stanza.
Le donne non c'erano più.
"Meglio così..." pensò "... avrei finito per odiarle tutte..."
Guisgard allora si rivestì ed uscì dalla casa di piacere.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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