Tranquillo continuava ad avanzare, fischiettando e tenendo la mano pigramente appoggiata al pomo della katana.
"Non mi sembra affatto un samurai, però..." commentai, osservandolo.
Guardai entrambi e feci segno ad Itomi di arrivare da dietro, poi ad Ako di arrivare sul fianco sinistro.
Io sarei arrivata alla fine.
Nel frattempo, coprii il viso con la stoffa scura che portava il nostro simbolo, il medesimo che portavo tatuato sulla mia spalla.
Un Loto Rosso.
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