Discussione: Il nome della perla
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Vecchio 04-06-2018, 16.51.06   #487
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La Sundra.
Una sterminata distesa di boschi selvaggi, impenetrabili, minacciosi e sconosciuti.
Ampie vallate con villaggi sparsi, dimenticati tra sterpi e rovi, divisi da sentieri secolari, canali zigzaganti come nastri d'argento sotto un cielo infinito e sconfinato.
Colline macchiettate di viti, castagni, meli, noci e querce simili a giganti addormentati.
Lontane montagne dalle vette innevate, dai passi remoti, i valichi perduti, castelli diroccati e monasteri sorti ai confini della civiltà.
Erano diversi giorni che la bestia sembrava scomparsa.
Non c'erano stati più attaccati, aggressioni.
Pian piano i piccoli villaggi fra i boschi cominciarono a tornare alla normalità.
L'idea che il fucile di Elv avesse davvero ucciso il predatore autore delle stragi cominciava ad essere accettato da tutti.
Gwen pian piano si era ristabilita grazie alle cure proprio di Elv.
La battuta di caccia voluta da Hiss giorni prima non aveva dato frutti, ma tutti ritenevano la bestia ormai morta.
Fu per questo che i genitori della piccola Hidyn le diedero il permesso di andare con Piet a pascolare le capre.
Ai due cuginetti si unirono anche Luc e Luan.
Tutti e quattro i bambini andarono così a condurre le capre al pascolo, accompagnati dal fido Tobia, il loro cane da pastore.
Fecero sosta presso un laghetto, riposandoti dal caldo e mangiando la loro merenda.
Tobia cominciò ad un tratto ad abbaiare.
“Vieni qui, Tobia...” disse Piet “... spaventi le capre.”
Gli altri bambini ridevano per il comportamento curioso del loro cane.
Hidyn però si era allontanata di qualche passo per raccogliere alcuni fiori.
I loro colori, il loro profumo avevano attirato la piccola che col suo camicino si divertiva a cogliere le rose.
Poi quel suono.
Sembrava provenire dalle foglie, dai rami, dal cuore del bosco.
Un attimo dopo qualcosa di velocissimo si avventò sulla piccola Hidyn, afferrandola per un braccio e trascinandola verso i cespugli.
Le sue grida di terrore e di dolore si mischiavano al fruscio delle foglie, ai guaiti spaventati di Tobia ed alle urla degli altri bambini che scapparono via.
“Aspettate!” Gridò Piet agli altri. “non possiamo! Non possiamo lasciare Hidyn!” Fermandosi. “Non possiamo!” Mentre le urla laceranti della bambina echeggiavano ancora nel bosco.
Alla fine il ragazzino riuscì a convincere gli altri.
Tornarono indietro, seguendo la voce disperata di Hidyn.
Poi solo silenzio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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