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Vecchio 29-04-2020, 17.26.21   #12
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Tutte le storie, tutti i giochi e tutti i sogni hanno bisogno di una ragazza per cominciare.
I viaggi da intraprendere, le avventure da affrontare e i tesori da trovare hanno senso solo se si ha una ragazza come compagna di tutto ciò.
Queste parole mi balenavano in testa con un'insistenza assurda mentre quel primo pomeriggio correvamo nel cortile della scuola. Tutti si aspettavano un nuovo gioco da me e non mi andava di deluderli, di fare brutta figura, di non essere più capace di farli divertire.
“Il gioco in realtà ce l'ho già in mente.” Dissi a tutti loro.
“Bene, ti ascoltiamo!” Impaziente uno dei miei amichetti di classe.
“Mi manca solo un'ultima cosa, poi possiamo cominciare.”
“Cosa?” Mi chiese un altro bambino.
“In verità non lo so...” io “... ossia, so cosa mi serve, ma non ho chi può farlo ora.”
“Ma che significa?” Un altro di loro.
“Secondo me non hai voglia di giocare e inventi frottole per non farlo!” Un altro ancora dei bambini.
“Che sciocchezza!” Risi io. “Io ho sempre voglia di giocare!” Con aria di chi si sente superiore. “Volevo dire che il gioco l'ho già ideato, ma manca un ruolo.”
“Che ruolo?” Mi chiese uno di loro.
“Questo è il problema...” io “... non so chi possa rendere il gioco migliore...”
Tutti mi guardarono stupiti.
“Potrebbe essere una cantante giunta per esibirsi nel locale del campo... o una militare appena arrivata e magari con funzioni da istruttrice per le reclute... o forse potrebbe essere una giornalista intenzionata a fare un articolo sulla vita nella Legione...” continuai io.
Mi fissavano con gli sguardi di chi si erano persi e poco avevano capito delle mie parole.
“Saremo al campo della Legione Straniera...” io a tutti loro “... immaginate... uno scenario esotico, fatto di deserto, di calura e di umidità... un caldo che si può tagliare con la lama del nostro coltello... poi miraggi che spuntano da oceaniche catene di dune intorno a noi... e un miraggio può farci credere tutto, sapete? Può farci vedere oasi isolate ricche di palme, da cui pendono maturi e dolci caschi di datteri, ma anche città abbandonate da qualche antica civiltà e diventate tane per scorpioni e serpenti... ma poi le sere... avete mai visto le sere stellate nel deserto? La mezzaluna che sembra una falce di luce fra costellazioni sconosciute? Le avete mai viste notti così? Fatte di sciami di stelle? Così vicine da potersi quasi toccare? Dove persino la Via Lattea è visibile e sembra aprirvi le porte del cielo? Avete mai visto notti così? O anche solo immaginate?”
“Neanche tu le hai viste mai!” Rispose uno dei bambini.
“Lo so, ma le vedrò in questo nostro gioco.” Lesto io. “E le vedrete anche voi che giocherete con me.”
E tutti esultarono.
“Dai cominciamo!” In coro loro.
“Beh, devo trovare ancora la nostra eroina!” Ridendo di gusto io.
Così cominciammo a girare nel cortile, dove altre classi erano giunte per l'ora di ricreazione e con i miei amici iniziammo a cercare fra le diverse bambine che giocavano o parlavano fra loro.
Spiegammo loro che ci occorreva un'eroina per il nostro gioco e molte si proposero per giocare con noi.
Per tutto il tempo i miei compagni non fecero altro che chiedermi anticipazioni del gioco ed alla fine, vinto dalle loro insistenze, accettai di
dir loro qualcosa.
“Il nome della nostra base...” rivolto ai bambini intorno a me “... la base della Legione Straniera costruita per conquistare il territorio dei nostri nemici...” leggendo sui loro occhi l'impazienza “... la Base di Santa Caterina!” Esclamai. “La nostra roccaforte in territorio avversario!” Fissandoli. “Da lì partiranno le nostre avventure e lì dovremo difenderci dai nostri nemici! Siete disposti a difendere la Base di Santa Caterina? Anche a costo della stessa vita?”
“Si!” Entusiasti tutti loro.
“Bene!” Esclamai. “Andiamo, dobbiamo trovare la nostra eroina!” E riprendemmo a cercarla fra le bambine nel cortile.
Girammo a lungo, ma senza trovarla.
C'erano tante bambine quel pomeriggio nel cortile della scuola, ma nessuna era lei.
Suonò poi la campanella e dovemmo tornare ogni classe alla propria aula.
Mentre Suor Roberta ci portava attraverso le grandi scalinate alla nostra classe, vidi uno dei bidelli che mi guardava sorridendo.
“Vi ho sentiti ed osservati per tutta l'ora di ricreazione.” Lui a me. “Allora, hai trovato la tua eroina?”
“Eh, no...”
“Ma come?” Fissandomi divertito. “C'erano così tante bambine! E alcune molto belline! Possibile tu non abbia trovato la tua eroina?”
“Eh, no...” di nuovo io.
“Cosa deve avere di speciale per convincerti a sceglierla?”
“Non lo so... non ci ho pensato...”
“Beh, l'avrai di certo immaginata, no?” Il bidello. “Perciò avrai un'idea in mente, giusto?” Dandomi un buffetto scherzosamente. “Non è poi così difficile. E comunque sono sicuro che lei ti starà già aspettando.”
“Davvero?”
“Certo!” Annuì il bidello. “Se è destinata ad essere la tua eroina allora lei in qualche modo ti sta già aspettando.” Facendomi l'occhiolino.
In verità io, tornato in classe con gli altri, passai tutto il tempo a pensare a lei.
A come poteva essere, al suo aspetto, ai suoi occhi ed al suo modo di parlare.
Ma soprattutto pensavo se davvero mi stava aspettando, pur inconsciamente.
E poi a quale ruolo avrebbe scelto nel gioco.
Si, glielo avrei fatto scegliere.
Dopotutto l'intero gioco sarebbe ruotato intorno a lei.
Avrebbe scelto il suo ruolo e l'avrei portata nel deserto, alla Base di Santa Caterina, dove le notti sono magiche e stellate, con la Luna che sa illuminare i miraggi più belli, per renderli poi reali.
E promisi a me stesso che, a Dio piacendo, non sarei andato alla Base di Santa Caterina senza prima averla trovata e portata con me.
Si, è proprio vero.
Ogni gioco, ogni storia ed ogni sogno hanno sempre bisogno di una ragazza per essere rincorsi.



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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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