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Vecchio 02-10-2012, 02.08.45   #143
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“La ragazza dice il vero...” disse uno dei tre dopo aver udito il discorso di Clio “... cosa ne facciamo allora?”
“E' troppo abile” mormorò il nuovo arrivato “per tentare di accopparla senza conseguenze e troppo scaltra per lasciarla andare senza correre rischi...” e cominciò a camminare nervosamente su e giù per la piccola stanza.
“Forse davvero dovevamo lasciarla in balia dei soldati del governatore.” Fece un altro dei tre.
“E se le facessimo perdere i sensi?” Propose un altro. “Per poi lasciarla legata ed imbavagliata qui da sola?”
“Ed al suo risveglio?” Fissandolo il suo compare. “Quando qualcuno la troverà? Secondo te quanto impiegherà per descriverci e denunciarci ai soldati?”
Ma, all'improvviso, approfittando di tutte quelle chiacchiere che avevano in qualche modo attirato l'attenzione di Clio, il nuovo arrivato, mentre camminava pensieroso per la stanza, avvicinandosi alle spalle della ragazza la colpì alla nuca, facendole poi perdere i sensi.
Clio, dopo un tempo indefinito, riaprì finalmente gli occhi.
Si trovava in un ambiente nuovo e sconosciuto per lei, con oggetti preziosi disseminati in ogni angolo, come coppe e calici d'oro, candelabri d'argento, collane di corallo, pendagli di giada, ambra e onice che penzolavano da seggi e tavolini intarsiati.
In un angolo vi era poi un grosso baule pieno di stoffe preziose e tappeti raffinati e pregiati erano sparsi ovunque, mentre armi di pregevole fattura pendevano dalle pareti, come se fossero trofei di guerra.
Un gran mal di testa sembrava premere con vigore contro le tempie della ragazza ed un senso di stanchezza pareva diffuso in tutto il suo corpo.
Comprese allora che non si trovava più a Las Baias e di sicuro neanche più sulla terra ferma.
Tutto, infatti, sembrava oscillare come cullato dalle onde del mare.
Si trovava su una nave.
Indosso, naturalmente, non aveva più le armi ed i suoi polsi, come le sue mani, erano legati con stretti nodi al letto nel quale si trovava.
In quel momento nella stanza entrò qualcuno.
Era un uomo magro e dalla pelle scura.
Si avvicinò al letto e fissò Clio.
“Lanmò ki nou pito?” Mormorò nel suo esotico idioma.
“Ti ha chiesto quale tipo di morte preferisci...” disse all'improvviso qualcuno entrando nella stanza.
Era un uomo dal fisico asciutto, con indosso vestiti sfarzosi abbelliti da oro e argento.
I suoi occhi erano neri come la pece e la sua espressione celava qualcosa di inafferrabile e misterioso.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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