Discussione: Il Giglio Verde
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Vecchio 01-09-2011, 17.27.13   #73
Talia
Cittadino di Camelot
 
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Scesi dal carrozzone in tutta fretta, appena in tempo per udire Gobert terminare il suo pezzo e Essien che mi chiamava in scena... mi precipitai verso il palco ed entrai lentamente da sinistra con passo leggero, le mani appena allacciate dietro la schiena e lo sguardo che si perdeva oltre un orizzonte immaginario.
Il palcoscenico era stato montato rivolto a sud, in modo da poter godere anche dell’ultimo raggio di sole della sera, e perciò da esso erano visibili le verdi colline che circondavano la piccola valle in cui era adagiata la città di Cardien.
I miei occhi le scorsero un istante, poi iniziai a parlare...
“Dove sarai, mio amato?” chiesi con un piccolo sospiro, come parlando a me stessa, o forse ad un sogno “Dove sarai, anima mia? Lontano... lontano da me, dai miei occhi, dalle mie mani... tu, mio adorato... tu che solo mi fai battere il cuore, tu che mi fai volare sulla cresta delle nubi...”
I miei occhi, persi in un sogno immaginario, incrociarono d’improvviso quelli chiari dell’uomo con la maschera, poco lontano dal palcoscenico... solo un attimo, prima che lui distogliesse i suoi e restasse per me solo una sagoma scura contro il verde brillante del paesaggio...
E di nuovo, quasi d’istinto, tornai a chiedermi quale fosse il suo segreto...
La mia voce vacillò appena mentre, quasi senza accorgermene, continuavo il mio monologo... ma Essien, forse, avrebbe preso quell’esitazione per uno di quei picchi di pathos che tanto amava farci inserire nelle nostre parti.

“Talia!” la voce della Madre Superiora mi fece sussultare “Talia... possibile che sia sempre tu? Non cambierai mai, tu. Vero? E dove pensi che ti porterà questo tuo modo di fare, me lo dici? Dove? Io... io non ho mai conosciuto una bambina più testarda, più disubbidiente e più cocciuta di te!”
Alzai gli occhi di scatto, risentita, e avrei probabilmente azzardato una risposta se la porta non si fosse aperta e non ne fosse entrata l’unica persona capace di farmi desistere da quell’intento.
Pochi minuti dopo stavo seguendo a testa bassa quella stessa persona per il lungo e buio corridoio che conduceva alla mia stanza all’Istituto.
“Io non volevo fare niente di male, Soeur Amélie...” azzardai ad un tratto.
Non mi importava di essere stata sgridata né di nient’altro, ma non volevo che lei fosse arrabbiata con me. Non Suor Amélie!
“Io volevo soltanto andare a vedere se... beh, insomma... io ero soltanto curiosa!” mi giustificai.
La giovane suora mi lanciò un’occhiata obliqua, mi valutò per un istante, infine sorrise...
“Lo so, Talia! Lo so!” disse alla fine “Tu eri soltanto curiosa.”
D’un tratto si fermò, si inginocchiò in modo da essere alla mia altezza e mi poggiò entrambe le mani sulle spalle: “Vedi, Talia... la curiosità non è un peccato. Ma dovresti usarla con cautela!” sospirò “Promettimi che non disubbidirai più alla Madre Superiora. Per favore!”

Quel ricordo mi attraversò la mente in un lampo... e, mio malgrado, un sorriso mi illuminò il volto.
Mi voltai e, per fortuna, vidi che Essien aveva fatto cenno a Renart di entrare in scena sul finire del mio pezzo, che ormai meccanicamente avevo portato quasi a termine, così potei dissimulare quel sorriso spontaneo...
“Oh... la Sorte mi è amica!” declamai “Eccolo che giunge. Eccolo, il mio amato!”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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