Discussione: La Freccia Gigliata
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Vecchio 13-01-2016, 03.11.07   #87
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Prima che Jean riuscisse a rispondere a quelle parole di Dacey, ammesso che ci fosse una risposta da dare alla ragazza, una porta del salone si aprì di colpo ed apparve una figura.
Il suo abito era fatto di stoffa assai pregiata.
Il mantello con il cappuccio era del miglior tessuto di Fiandra e ricadeva in ampie pieghe aggraziate sulla sua figura robusta, per quanto un po' troppo corpulenta.
Come il suo vestire rivelava ben poco disprezzo per le vanità del mondo, così il comportamento mostrava ben pochi segni di privazione.
I suoi lineamenti potevano essere definiti semplici, comuni.
Per altri aspetti, il rango e l'apparire gli avevano insegnato a controllare i suoi modi, così che poteva assumere un'aria solenne a piacimento, anche se la sua naturale espressione era bonaria e consueta.
Eppure molti uomini riconoscevano nel barone una spregiudicata avidità mescolata ad un estremo disprezzo per ciò che non si plasmava alle sue opinioni.
Le maniche del suo abito erano foderate e bordate da sontuosa pelliccia, la mantella era chiusa al collo da una spilla d'oro e tutto l'abbigliamento era rifinito e decorato come chi vuol imporre a tutti il proprio lignaggio.
“Milord...” disse con un inchino Jean, subito seguito da Betta in questo riverente gesto.
Il barone rispose con un cenno del capo, per poi volgere lo sguardo verso Dacey.
“Per Giove...” compiaciuto il barone “... questa ragazza greca sembra il modello stesso della perfetta bellezza che ha incantato il più saggio sovrano mai vissuto! Voi cosa ne dite, messer Jean? Pare in tutto e per tutto una bellissima dama degli Uffizi di quel saggio e magnifico Lorenzo, che il nostro ancor più magnifico nemico Taddeide non è stato ancora capace di riconquistare!”
“Concordo con voi, milord.” Annuì Jean. “Ma sua signoria” aggiunse con una vaga inquietudine mista a gelosia “deve rammentare che è pur sempre un'infedele.”
“Già!” Il barone senza neanche ascoltarlo.
In quel momento, guidati dal servitore, nella sala arrivarono anche Clio ed i suoi compagni.
“Ed ecco i nostri arditi mercenari!” Il barone ai Montanari.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

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