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Vecchio 23-07-2010, 14.07.19   #568
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
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Originalmente inviato da Sir Echelbert Visualizza messaggio
Solitario solo...
passeggia..per le vie di una città adcormentata..
Un elegante pallida figura che dondola nella notte,
Il vento scompiglia i suoi capelli..che ricadon in boccoli..simili a candele nere,sulle sue spalle..
spalle, che sembran sorregger il peso del mondo.
Il suo volto é una maschera di pietà e tristezza...
sorride,ma non con gli occhi..
é un sorriso dolce e triste..come il suono di un flauto portato dall'eco del vento..
cammina perché ha le gambe..
é il vento che lo spinge..
si trascina..
le persone non incrociano il suo sguardo...é come un insostenibile oceano silenzioso..
di un silenzio cupo e assordante..
gocce argentee velano gli occhi arrossati, dal fumo e dal pianto..
é il mangiapeccati...
é l'uomo in nero..
indossa un cappotto nero come l'inchiostro..
é il carnefice di se stesso,il suo peggior nemico.
é schiavo,uno schiavo senza catene..ma dal passo zoppicante..
le sue catene non si vedono con gli occhi,si avvertono,col cuore..
porta un bastone..col quale si aiuta..
non ha età...come il dolore..
é un vecchio di 20 anni...é un giovane derelitto..
é polvere..null'altro..
il suo cuore non batte,ma non é morto...
la morte sarebbe una liberazione..
vive...ma non é vivo..
ha solo mezzo cuore...l'altra metà perso chissa dove..
lo vedo ogni notte riflesso nel vetro della finestra..
non alza mai gli occhi,ma sò che son verdi e cangianti..
non sò perché zoppica, perché piange.. non oso toccarlo,
non mi avvicino...
é parte di me,ormai...
lo scorgo ogni notte,q
uando il sonno non viene,
e un peso mi opprime..
lo guardo...
la mia mano scorre alla mia gamba..,una fitta mi ha colto..
cammino a fatica
devo fare due passi..
stanotte non l'ho visto..zoppicando mi infilo il mio cappotto nero..
ed esco per cercarlo..
per parlargli...il vento mi spettina i capelli.
le spalle so fan piu pesanti..
mi duole la gamba..
cammino,più avanti trovo il suo bastone,lo afferrò..cammino meglio...
mi guardo intorno cercando di scorgerlo,
ed é solo voltandomi verso la mia finestra..
che lo trovo...
davanti ad essa mi fissa..
abbasso lo sguardo..si alza il vento...
ti ho trovato uomo in nero..
due lacrime mi solcan il viso..

sono io il mio uomo in nero
Non so perchè ma mi ricorda una vecchia conzone di Modugno...
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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