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Vecchio 27-08-2020, 16.54.48   #5147
Destresya
Cittadino di Camelot
 
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Destresya è sulla buona strada
Più il piccolo aereo si avvicinava all’isola, sperduta nell’oceano, con il suo scenario tropicale ed esotico, più mi chiedevo se non fosse una punizione, più che un premio quell’incarico.
E nessuno mi avrebbe convinto che in molti avrebbero ucciso per passare un po’ di tempo nella ridente isoletta tropicale. Ma per favore, io ero abituata a ben altro, a incarichi decisamente più pericolosi, al centro dell’azione.
E infatti… sospirai.
Sì, vero, infatti ero finita lì. Come se non lo sapessi che quell’inarico era un modo per “farmi sparire dalla circolazione per un po’…”, certo Damb non aveva usato proprio queste parole, ma ce n’era davvero bisogno? Non bastava vedere quell’isola e quanto fosse sperduta?
E poi faceva caldo, un caldo torrenziale, già me lo immaginavo. Non si vedevano quelle personcine sulla spiaggia sempre più vicine, nei loro abiti leggeri, farsi continuamente aria coi ventagli? Eppure Damb lo sa che io odio il caldo, lo dico sempre, mandatemi in missione in Antartide, ci vuole tanto? No, non ci vuole tanto, che diamine.
Invece no, mi mandano in un’isola tropicale a casa di questo Barber, a dirigere la casa, ad amministrarla, insomma a fare la governante. Avevo anche notato un sorrisetto divertito negli occhi di Damb, ci avrei scommesso. Sicuramente si stava vendicando per Budapest, non me lo levava dalla testa nessuno. Come se fosse colpa mia, poi!
Ah ma gliel’avrei fatta vedere io chi era la migliore, altrochè, avrei trovato l'occhio del coguaro in men che non si dica e me ne sarei tornata a casa in fretta e furia.
Il pilota intanto annunciava che eravamo quasi arrivati, e se non stessi recitando la parte della placida e amorevole fanciulla a modo che sarò nelle prossime settimane avrei risposto che ci ero arrivata, dato che ormai l’isola era così vicina che o ci stavamo per schiantare o eravamo arrivate. E io ero più incline per la seconda ipotesi, così, a naso.
Ma mi limitai a sorridere, gentilmente, dopotutto il pilota nemmeno poteva vedermi, ma quando entravo in un’identità, diventavo in tutto e per tutto quell’identità, non mi concedevo nemmeno il più piccolo segno di me stessa.
Erano i dettagli a fare la differenza, nel mio lavoro.
Una volta atterrati, presi il mio bagaglio e scesi dalla piccola scaletta.
Il professor Barber aveva detto che avrebbe mandato una macchina a prendermi, dunque mi aspettavo che fossero già lì.

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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!

Ultima modifica di Destresya : 28-08-2020 alle ore 00.53.35.
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