“Non saprei...” disse il ragazzo ad Elisabeth “... non conosco la libertà e dunque non mi manca... è mio padre a volermi incatenato in questa stanza... egli afferma che sono portatore di avversità e di sfortune... dice che sono nato sotto una cattiva stella, che in me sono incarnati i peggiori peccati del genere umano... e forse dice il vero...”
In quel momento suonò una campana.
“Eccolo...” mormorò il giovane “... è tornato mio padre... vi prego, non dite che siete stata qui... ora andate, non fatevi vedere... ah, il mio nome è Filyo... ora andate...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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