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Vecchio 29-12-2016, 18.22.41   #55
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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ANARCOPOLIS

Genere: Fantascienza

Azione:
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Magia:
Mistero:



Era un chiaro e freddo pomeriggio fatto di vento e riflessi ambrati sugli alti vetri dei palazzi popolari, con raffiche che soffiavano taglienti negli stretti e bassi vicoli sullo sfondo delle fumose ciminiere dei quartieri industriali.
Lungo i marciapiedi si sentivano le infinite e confuse voci dei tanti schermi al plasma, ciascuno sintonizzato su un canale differente, che dalla vetrina di uno dei tanti negozi provavano ad invogliare i passanti a fermarsi e riflettere sul loro possibile acquisto.
Gli incentivi governativi in realtà stimolavano i negozianti a tenerli accesi ad ogni ora del giorno affinché la propaganda martellasse e bombardasse continuamente la gente.
Nulla è più subdolo della propaganda di una grande democrazia, pensava Petrus mentre camminava tra le vetrine affondando col viso nel bavero del suo cappotto.
Non ti impone nulla, anzi, ti lascia libero di ascoltare e soprattutto di scegliere.
Infiniti canali televisivi, tutti apparentemente in concorrenza fra loro, altrettante frequenze radio attraverso le quali ognuno dava una diversa visione del mondo a chi se ne stava a guardare e ad ascoltare.
Un universo di punti di vista, tutti differenti, tutti validi, persino condivisibili.
Eppure nessuno di quei canali e di quelle radio sembravano preoccuparsi della verità, diceva fra sé e sé Petrus mentre raggiungeva il portone di ferro del Palazzo Ipazia, destinato ai funzionari statali.
L'ingresso emanava un insistente odore di salse rustiche e salsicciotti bolliti, mentre al primo pianerottolo, sulla parete opposta alle scale, stava un monitor di quelli a pannelli, con un volto metallico che fissava chiunque salisse o scendesse, ripetendo con intervalli a cadenza regolare i risultati sportivi, gli indici di borsa e le previsioni del tempo in questa sequenza.
Petrus imbocco' le scale per salire fino al quinto piano, diretto all'ufficio anagrafe.
Aveva nel suo fascicolo altre tre denunce a nome di ignoti, tutte contro personaggi che avrebbero imposto alle loro mogli nomi del proprio padre o della propria madre, urtando così contro la libertà individuale di ciascun cittadino di poter scegliere liberamente il nome del proprio figlio o della propria bestiolina, che fosse un cane, un gatto o qualsiasi altro tipo di animale da tenere in casa.
Le leggi contro il cosiddetto Tradizionalismo erano forse le più severe, visto erano state concepite proprio per difendere la vera forza dello stato contro fantasmi e demoni del passato.
Petrus bussò con vigore alla porta, fino a quando venne ad aprire una sorta di manichino robotico ed inespressivo che lo fissò senza dire nulla.
Lesse così nella retina marrone dell'uomo e lo lasciò entrare.
"Prego, signor Petrus." Disse con tono metallico ed artificiale dopo aver riconosciuto il suo codice genetico ed invitandolo ad entrare.
Petrus annuì ed entrò.
Dai vetri Anarcopolis appariva sterminata, fumosa, anonima e pullulante di infinite luci intermittenti, frutto di un nugolo di negozi e locali che scintillavano in quel pomeriggio destinato ormai al crepuscolo.
Sui tetti svolazzavano droidi pubblicitari, satellitari e militari intenti a sorvegliare ogni strada ed ogni angolo di quella monumentale megalopoli.
Naturalmente tutti erano sotto osservazione e nessuno poteva sapere quando effettivamente un droide lo stava monitorando.
Secondo qualcuno ogni giorno la Robopolizia sorteggiava a caso un dato numero di cittadini da sorvegliare.
Altri invece ritenevano che tutti erano controllati.
Continuamente.
Intelligenze artificiali potevano celarsi nelle betacamere dei supermercati o in quelle davanti agli ingressi delle banche.
Forse ve ne erano diverse in ogni strada, in qualunque piazza e persino nei locali pubblici.
Addirittura qualcuno affermava di essere stato denunciato mentre chattava in Internet con una ragazza.
Infatti bastava poco per ritrovarsi denunciato e schedato.
Se per l'opinione pubblica qualcuno era anche solo minimamente sospettato di Tradizionalismo poteva passare guai molto seri.
I giudici infatti avevano un potere praticamente illimitato.
"Una democrazia non può non obbedire ai propri giudici." Ripeteva meccanicamente il viso robotico dal suo monitor di pannello.
E la maggior parte dei giudici di Anarcopolis era costituita da donne.
Un'altra cosa che ad Anarcopolis non mancava erano i partiti politici.
Vi era una vera e propria Babele di schieramenti istituzionali, ognuno con le sue idee ed i suoi propositi.
Il partito maggioritario era tuttavia quello detto Delle Quattro Stelle.
Contava fra le sue fila tutti giovani, naturalmente uomini e donne e poteva contare sull'appoggio delle macchine, vere ed uniche custodi e tutrici della libertà.
Ad Anarcopolis tutto o quasi era permesso.
Tutto tranne il non essere liberi.
Liberi era forse l'unico status consentito ad Anarcopolis.
Le macchine, ormai vere ed uniche padrone della città e di chi vi abitava, sembravano essere programmate solo per questo.
Ossia rendere liberi tutti i cittadini, a qualunque costo.
Non era paradossale dire che la libertà veniva prima delle stessa vita umana.
Ma in realtà, come ben sapeva Petrus, la verità, quella negata dai tanti canali e dalle tante radio, era ben celata dalle macchine.
Dopotutto erano state costruite e programmate per questo.
Ma qual'era la verità?
Forse era talmente pericolosa che nessuno poteva e doveva concepirla.
Poiché la verità era davvero l'unica cosa che poteva mettere a repentaglio la libertà ad Anarcopolis.
E questo le macchine non lo avrebbero mai permesso.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 29-12-2016 alle ore 18.27.54.
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