Discussione: Il nome della perla
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Vecchio 31-05-2018, 16.51.16   #241
Clio
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Il nome della perla

Il suo sguardo nel mio, così intenso, così perso.
Era un uomo che ancora non sapeva di essere sull'orlo del baratro, non sapeva che io stavo sospesa sul precipizio, a tendergli la mano e portarlo con me, invitandolo a fare un passo come le sirene portavano gli uomini alla perdizione.
Ma era molto di più di questo... era possesso, controllo, manipolazione.
Era mio, e mio soltanto, lo avrei così immerso in quell'abisso che sarebbe stato pronto a fare qualunque cosa per me, fino a seguirmi nelle segrete e prendere parte ai miei segreti più oscuri.
Costringerlo sarebbe stato troppo semplice, banale, rubare la sua anima per sostituirla con un buco nero era molto più ambizioso, eccitante.
"Bravo..." gli sussurrai all'orecchio, con voce calda e sensuale.
Entrammo nella mia stanza, illuminata da candele che creavano un'atmosfera soffusa, un grande letto a baldacchino occupava il centro, con i suoi drappeggi rossi e oro, dalle tende filtrava una debole luce, resa calda dal colore vermiglio anch'esso.
Suonai un campannellino perchè una servetta ci portasse vino e viveri, per poterci gustare quel momento che doveva essere fatto di eccessi, lussuria e assenza di limiti e controlli.
Camminai lenta verso il piano, lasciando che lui avesse una visione totale del mio corpo, i movimenti sinuosi, i capelli che si muovevano al ritmo di quei passi cadenzati.
Infine mi voltai, gli occhi famelici nei suoi, le mani sul freddo e imponente legno dietro di me, finchè non spiccai un piccolo ed elegante balzo che mi portò seduta sul piano, mentre lo fissavo con un sorrisetto divertito.
Solo allora allungai il piede, che lo spacco della gonna mostrava insieme a buona parte della gamba, e lo picchiai sulla spalliera della sedia che era davanti a me, fissando Aegos.
Una volta.
Due volte.
"Qui!" ordinai, con aria di sfida e lo sguardo di chi pregusta un piacere proibito senza smettere nemmeno per un istante di incatenare l'azzurro dei suoi occhi ai miei, che all'apparenza potevano sembrare più chiari, ma in realtà nascondevano un abisso infinitamente profondo.

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