“Sincerità? Già, sincerità…” disse Guisgard “… ne avete avuta forse voi per me? E poi cosa intendete dire con quelle parole? Perché dite che tutto ora ha un senso?”
Fissò la cappellina col Cristo Redentore e si segnò tre volte.
“Si, Gavron sta bene.” Mormorò. “Io e Diacono l’abbiamo lasciato nel convento dei frati Della Preghiera Perpetua… è solo al mondo… spero che quei monaci possano tenerlo con loro e dargli un’istruzione per il futuro… ammesso che questa città abbia ancora un futuro… ah, ha chiesto di voi… nonostante facciate di tutto per sembrare quella che siete, riuscite comunque a strappare affetto in quel bambino…” cominciò ad osservare la cappellina “… se tornerete dal Gufo, lui vi ucciderà!” Esclamò quasi con freddezza. “E forse lo farà davanti a vostro figlio, mostrando poi il vostro cadavere come monito ai capomazdesi… se un po’ conoscete davvero quell’uomo, allora desistete dai vostri sciocchi propositi… a meno che non intendiate farvi uccidere…” si voltò a fissarla “… come fate ad ignorare ancora la malvagità di quell’uomo? Quando andavate a letto con lui non vi siete mai fermata a guardarlo negli occhi?” Chiese con disprezzo e rabbia. “Beh, avreste dovuto farlo… così da evitare di commettere la sciocchezza che state per fare ora…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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