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Vecchio 20-10-2011, 04.49.13   #30
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
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Originalmente inviato da Argante Visualizza messaggio
Mio caro Guisgard questa l'ho scritta un pò di tempo fa ed è per voi, per farvi capire come io, da donna, sia una profondità nascosta e buia che confonde, smarrisce, rapisce e illude. Il mio volto è luce, lo è il mio sorriso e il mio sguardo giovane e vivace, lo sono tutti i palpiti del mio cuore. Tuttaviaun senso di amecania tragica, un silenzio pesto, una nostalgia dolente mi attanaglia, così mi ritrovo a respirare l'aria della notte per lasciarmi abbracciare dall'evanescente cornice della luna e delle stelle tutte, per smarrirmi nel trapunto manto nero ove si placano i pensieri e le acredini si assopiscono.


Notte



Notte,


che inghirlandata alcova sei


di bianche stelle,


che cristallina spieghi al nostro sonno


le meraviglie del firmamento,


regna!


Maestosa e taciturna,


fino al sorgere del sole…


Danza coi tuoi veli


sull’angusto giaciglio del mondo che dorme


e alla debole luce di una candela


soffia!


Affinché di questo ovunque tu sia


la consolazione.
Nella mia immaginazione, voi, milady, apparite solare e luminosa, simile a quelle eroine che si contrappongono all’oscurità e all’incertezza delle trame che le vedono protagoniste, come una Licia, una Biancifiore, un’Enide.
La nostalgia e la malinconia non sono per voi, ai miei occhi.
Tuttavia mi è familiare il mondo che descrivete, quella notte silenziosa e naturale rifugio dalle disillusioni del giorno.
Ed anche gli stati d’animo di cui parlate non mi sono ignoti.
Quanto ai bellissimi e delicati versi di cui mi avete fatto dono, li condurrò con me nella notte che verrà, custodendoli come un prezioso tesoro, simile a quelli trovati dai protagonisti di qualche romanzo di Stevenson, di Dumas, della Bronte, o come la fortuna, come accade a qualcuno degli eroi di Byron o di Novalis; doni della sorte e del Cielo capaci di sovvertire gli eventi.
Grazie, lady Argante.


Sir Morris: vi sono debitore per queste vostre parole, amico mio, come Lancillotto lo era di Galeotto.
E quando, a Dio piacendo, sarà il momento, rammentatemi questo credito che da ora vantate verso di me.


Lady Brianna: il vostro invito è un invito a vivere, milady.
Sognare è infatti come vivere, perché, come mi diceva sempre il mio venerabile maestro, l’uomo, nella perfezione del Creato voluto da Dio, è fatto per sognare e per realizzare quei sogni. Questa è la felicità.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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