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Vecchio 29-05-2014, 18.57.00   #2150
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Ci volle un po' di tempo, ma a poco a poco tornai a respirare.
Colpi, schivate, volani.
Ormai i nostri corpi sapevano esattamente cosa fare.
Era così semplice.
Finii a terra, mi rialzai, lottai.
Per non so quanto tempo, non parlai, non ci riuscivo.
Dovevo pensare per parlare, e non era quello che volevo.
Volevo solo dimenticare, perdermi negli occhi di Dort, ed escludere il mondo intorno a noi.
Il maestro Forterios diceva sempre di andare in ipnosi con il nostro avversario.
Era una danza, una pirrica senza fine.
Sarei andata avanti tutta la notte, ma ad un certo punto cedetti.
Riuscii con l'ultimo sforzo a far cadere Dort ma poi mi arresi, e caddi a mia volta.
Restai per un momento con gli occhi chiusi, a sentire l'erba e i rametti secchi fregare sulle mie braccia.
"Grazie.." dissi, voltandomi verso Dort steso accanto a me "Stavo impazzendo.. volevo solo.. non pensare..".
Sospirai "No, non è per la bestia, per Gioia Antiqua o altro..".
Era ora di dirgli la verità.
"E' più.. personale.. Non so se faccio bene a raccontarti tutto ma.. io non ci capisco niente, ho davvero bisogno di confidarmi con un amico.." sorrisi "So che non mi tradiresti mai..".
Mi tirai su a sedere, con lo sguardo perso nella foresta.
Risi "Diamine non so nemmeno da che parte cominciare.. non credevo che avrei mai dovuto fare una confessione simile.. beh, vedrò di sceglier la versione breve.. ricordi, tempo fa, facemmo da scorta al principe Karel dalla capitale ad una residenza estiva.. ci fu un'imboscata.. riuscimmo a debellarla ma io rimasi ferita..".
Gli confessai di essermi innamorata di lui, della confidenza con cui lui mi trattava, anche se non dovetti enumerare molti esempi, dato che in molte occasioni Dort era presente.
Poi il ritorno dal suo viaggio, la casetta, la sera prima del duello, la promessa delle nozze.
Più parlavo, più mi sentivo stringere il cuore. Ad ogni parola, lui diventava più reale, non un ricordo sbiadito.
Cos'avrei dato per averlo lì, per poterlo vedere, stringere, per rendermi conto che il sentimento che provavo per lui era più forte delle emozioni degli ultimi giorni.
Cos'avrei dato per averlo lì..
Forse sarebbe stato tutto più difficile, certo, ma magari sarei riuscita ad ascoltare il mio cuore.
"Poi sai com'è andata.." conclusi "Non ho detto niente a nessuno perché beh.. lui era incosciente... non volevo sembrare un'arrivista o altro.. poi sai che amo sembrare insensibile.. ma questa è la parte più semplice.." risi appena.
A fatica, ammisi poi le sensazioni di quegli ultimi giorni, i dubbi, le emozioni, fino ad arrivare al mio sfogo nella locanda, agli attimi di passione.
Scossi la testa "Morale della favola, mi sento un verme.." mi presi la testa tra le mani "E.. non so che fare.. non riesco a pensare, a ragionare.. sono diventata una terribile lagna, mi viene da piangere come una donnetta.. non so cosa devo fare.." mormorai "Cioè, so che cosa devo fare, lasciarlo andare per la sua strada e riprendermi la mia vita.. ma sto male se solo ci penso, e sto sempre peggio.." alzai lo sguardo verso il cielo "Lui è lì, immobilizzato per colpa mia.. e io.. sono orribile.. orribile..".
Mi lasciai cadere di nuovo sull'erba.
"Questo è tutto.. Sei libero di insultarmi.." mormorai infine "E piantala di darmi del voi, mi da sui nervi.. non posso raccontarti queste cose, e ricevere una risposta formale.. non sono il tuo comandante adesso..".
Il cuore faceva sempre più male, ma sicuramente parlare poteva farmi bene.
Ma potevo essere razionale in un momento simile?
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