Abigail tonò da suo zio, trovandolo seduto su una robusta poltrona foderata di un porpora forte e antico, mentre sorseggiava ancora quel vino rosso come le fiamme che stordirono Polifemo nell'Odissea.
Nel sentire arrivare sua nipote, gli occhi grigi dell'uomo si spostarono su di lei e un lieve sorriso apparve sul suo bel viso.
“Ecco mia nipote.” Disse, per poi alzarsi e prenderla per mano, facendola sedere su un'altra poltrona accanto alla sua. “Spero che quel baule contenga qualcosa che ti piaccia, Abigail.”
Sulla nave scoppiò una confusione senza paragoni: alcuni correvano ai propri posti di manovra, altri si issavano lungo i pennoni, altri ancora gridavano e indicavano la terraferma mentre correvano qui e là sul ponte.
Miral si trovò così in quella baraonda, senza però che nessuno badasse o si accorgesse di lei.
“No, non sono io il cuoco.” Disse sorridendo Robertstein a Blangey che l'aveva appena raggiunto. “Al mio risceglio la tavola era già imbandita e penso, almeno spero, che sia stato il fabbro a prepararla. Anche perchè è la sola persona che abbiamo incontrato in questo posto.” Ridendo piano. “Dai, assaggiamo questa succulenta colazione.”
In effetti sulla tavola c'era ogni genere di leccornia: confetture varie, latte, spremuta d'arancia, miele, biscotti e focacce con uvetta.
“Beh, il posto mi sembra molto accogliente.” Disse Padre Aphely a Sunis.
Smiley invece continuava a guardarsi intorno.
“Che strano...” mormorò guardando la stanza “... guardavo i busti dei 4 atei... li conosco tutti, tranne uno...” indicando l'immagine di Zolà “... chi diavolo rappresenta?”
“Forse non sei colto come credi!” Ridendo Todd.
“Sta zitto...” seccato Smiley “... la mia cultura è enciclopedica.”
“Allora dicci chi è il quarto ateo raffigurato.” Divertito Todd.
Ma Smiley non seppe rispondere.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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