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Vecchio 15-11-2020, 23.23.35   #6677
Destresya
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Destresya
Registrazione: 05-06-2018
Messaggi: 3,427
Destresya è sulla buona strada
Sentivo la rabbia attraversarmi completamente, ovunque.
La potevo sentire crescere dentro di me, crescere in ogni anfratto del mio essere, sempre di più, sempre di più.
Ma era molto più di questo.
Non sono certo un animale che si fa dominare dalla rabbia, no, ovvio.
Piuttosto era il nervoso di essere giunta fin lì per niente, seguendo la mia curiosità e senza poterla soddisfare.
Cosa me ne facevo io di una voce e di un'ombra?
Oh tutta quella storia era assurda, veramente veramente assurda.
Ma soprattutto ce l'avevo con me stessa, possibile che mi fossi fatta coinvolgere?
Quando imparerò che non esistono menti superiori come la mia capaci di manipolare gli altri?
Infondo non dovrei essere arrabbiata, è così bello essere unici.
O forse era proprio questo che volevo scoprire?
Fantastico mi sto psicanalizzando da sola.
Una cosa è certa, non avevo nessuna intenzione di restare a mani vuote.
Tutte quelle emozioni, tutto quel caos aveva bisogno di un tributo.
Un tributo di sangue, un tributo di morte.
E poi, quale occasione migliore?
Certo, non potevo procedere col mio solito rituale, questo sì, ma almeno ci avrei guadagnato qualcosa da questa situazione.
Mi diressi a passi rapidi e decisi verso il pozzo dove la madre stava ancora piegata a lagnarsi e frignare.
Oh non la smetteva più!
Una cosa disgustosa, una cosa davvero insostenibile.
Quel lamento continuo era insopportabile.
Ecco la verità.
Mi guardai attorno ancora una volta: nessuno.
Nè capitan Gaio, nè qualche passante impertinente dato che la casa era molto isolata.
Sorrisi, un sorriso gelido e perfido ma anche caldo e intenso, ma solo per me.
Un sorriso che per qualcuno voleva dire morte certa ma per me significava unicamente godimento e piacere.
Arrivai alle spalle della madre con passo leggero, molto leggero.
Sapevo come non farmi sentire.
E come essere veloce, e rapida.
Erano gesti che avevo fatto decine di volte ma ogni volta mi provocavano lo stesso brivido lungo la schiena.
Tutto avvenne in pochi istanti: le mie braccia che si allungavano, le mani che stringevano la testa della donna, in una presa consolidata, il movimento rapido e secco del collo che si girava, l'inconfondibile rumore del collo spezzato e l'afflosciarsi di tutto il resto del corpo nell'esatto momento in cui la vita lasciava quell'involucro terreno.
Socchiusi gli occhi per assaporare il piacere, l'intensa scarica di adrenalina, il brivido che correva lungo la schiena, l'eccitazione impalpabile.
Ma avevo solo un momento, lo sapevo.
Un attimo dopo, con un altro movimento, feci cadere il cadavere nel pozzo a far compagnia a suo figlio.
Ciao ciao mammina petulante.
Lo sentite?
Silenzio! Finalmente...
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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