Padre Anselmo si voltò a fissare Elisabeth.
La sua espressione era però strana, come inquieta.
Infatti egli non tradì alcuna emozioni a sentire la donna parlare.
Riuscì solo a fare un cenno, quasi impercettibile, con gli occhi, quasi fosse un segnale.
Ma in quello stesso momento due sagome presero forma dalla penombra che avvolgeva la navata.
“Guarda guarda...” disse un uomo sbucato dal nulla “... una pecorella che torna all'ovile...”
“Fortunati, vero?” Ridendo l'altro che gli stava accanto.
“Avanti, prete...” fece il primo mostrando un affilato coltello “... mettiti accanto all'altare... e fa lo stesso anche tu, bella signora...” minacciando poi anche Elisabeth “... tienili d'occhio, Ioga.” Fissando il suo compare.
“Tranquillo, Monty!” Esclamò questi.
“Al minimo passo falso” mormorò Monty “non esitare ad accopparli entrambi.” Si voltò allora verso la penombra più fitta del presbiterio. “Vieni avanti, capo...”
E dalla semioscurità emerse una terza figura.
Era un uomo alto, dai capelli lunghi, la barba incolta e l'espressione inquieta.