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Vecchio 24-01-2010, 17.31.23   #2
Urian
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Urian è sulla buona strada
Capitolo 2: Chorster

Chorster si diresse verso il Frugeon, seguito dai suoi soldati.
Attendevano il rombo di un cannone.
L'attesa era inquietante, quei minuti sembrarono interminabili. L'impazienza li pervase.
Poi, il botto.
Si scatenò l'inferno.
I cavalieri partirono furiosamente al galoppo, tra questi, anche il mago; i flagellanti li seguirono indemoniati; gli arcieri, l'arco già teso, mirarono accuratamente.
Il silenzio che finora aveva governato incontrastato venne sopraffatto, incapace di resistere.
L'onda d'urto svegliò bruscamente la foresta.
Dai rami degli alti alberi partirono frecce a ripetizione, scoccate a ritmo dai balestrieri, diventati ora visibili tra le fronde impervie.
Chorster se l'era aspettato.
Non ne fu sorpreso. Soltanto, infastidito.
L'udire il sibilo delle frecce gli provocava da sempre una sensazione spiacevole, specie se lui era il bersaglio.
Colpirono la cavalleria una, due volte per poi crollare a terra infilzati pateticamente dalle frecce degli arcieri.
Man mano che proseguivano, le frecce iniziarono a cadere con minore intensità, fino a scomparire.
“Ha ha!” L'urlo sprezzante del mago pervase la selva.
“Tutto qui? Speriamo che Xavgretor abbia l'occasione di divertirsi più di noi. Da qualche parte dovranno pur essere quei miseri ladruncoli.”
L'esercito avanzò imperiosamente.
Niente poteva arrestarli. Nessuno, per ora.
“Perché tutta questa tranquillità? Vorrei sapere cosa stanno tramando.” Chorster pareva ora intimorito.
Nella foresta l'aria che si respirava divenne simile a un fetore puzzolente.
“Dove diavolo si sono cacciati!?...Xavgretor dovrebbe essere qui vicino.” imprecò scrutando il fogliame.
“Tum-Tum...”
“Tum-Tum...”
Tamburi. Il suono, sempre più vicino.
“Merda!” Esclamò all'improvviso Chorster, l'animo irrequieto.
Si fermarono all'insegna di una piccola radura.
“E tutti questi fottuti Drow da dove sono usciti?”.
Davanti a loro l'esercito oscuro era imponente, li superava di numero.
La sua figura si pietrificò, il fiato gli si mozzò in gola.
Era partito all'inseguimento di quei piccoli manipoli due giorni addietro.
Ora, finalmente, se li trovava di fronte.
Moltiplicati.
Un muro di picchieri, balestrieri, cavalieri oscuri e Khainite ostruiva altezzosamente la visione dell'oceano.
Erano ansimanti, quasi appena radunati in fretta e furia. Era evidente, li avevano colti di sorpresa.
Ma ora, quegli esseri avevano saldato il debito. Dietro, ad alimentare quell'ostacolo indesiderato, era apparso un possente cavaliere su un Naggaronte.
Viclamin Pegason, il loro condottiero.
Il mago fu per lo più attratto dall'animale.
Era, quella, la prima bestia che vedeva. Finora ne aveva solo udito vaghe rappresentazioni.
Dal vivo, faceva impressione.
Il corpo completamente verde, il cranio protetto da un'esile elmo. La sella dorata era poggiata sulla schiena, al di sopra di un tetro manto viola. Con la coda, spinata per giunta, si narrava fosse solito divertirsi con la preda.
Gli ufficiali stavano frettolosamente serrando le fila.
Senza preavviso, venne lanciato un altisonante grido, i soldati ancora attoniti.


[continua...]
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Un buon comandante non ha bisogno di rischiare: gli basta che sia il nemico a farlo.
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