Lo guardai con disprezzo.
Gente del genere al mio palazzo nemmeno poteva avvicinarsi.
Già, ma non ero più nel mio regno, non ero più nessuno ormai.
Potevano torgliermi la corona, il potere, ma nessuno avrebbe mai potuto fiaccare il mio spirito o minare la mia dignità.
Lo guardai con aria di sfida e compatimento.
"Ho parlato un attimo fa, dovete essere sordo!" guardandolo senza paura.
"Vi ho chiesto chi siete, ma forse uno come voi non ha nemmeno un nome!" sprezzante.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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