Era una locanda non troppo grande, umida, impregnata di quell'odore malsano di olio bruciato, di spezie orientali e di quell'aria ammuffita tipica dei posti poco inclini alla pulizia.
L'insegna era vecchia ed arrugginita, cigolante al vento e con ormai la scritta ed i colori completamenti cancellati.
Entrando però era possibile scoprire il nome della locanda guardando il grande e discutibile quadro ad olio alla parete più grande, talmente affumicato e sfigurato che era impossibile capirne il soggetto.
Sotto però si poteva leggere proprio come era chiamata quella locanda, ossia La Tabaccaia.
Qui Gwen, ad uno dei pochissimi tavoli liberi e posti gli uni sigli altri, trovò posto per mangiare e bere.
Sullo squallido e deprimente menù comparivano solo piatti a base di pesce, di certo non freschissimo, un paio di vinelli bianchi e frutta di quella sottovuoto, probabilmente recapitata come scarto dalla vicina mensa della Cadetteria Marina.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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