Lo scontro riprese e fu aspro, combattuto, incerto.
I due contendenti lottarono come leoni, spinti non solo dalla loro abilità cavalleresca, ma anche dal profondo odio che nutrivano l'uno verso l'altro.
Un odio che rendeva i colpi di Fagan violenti ed il dolore alla ferita del Cavaliere Esiliato sopportabile.
La stella del mattino era un'arma terribile, che se usata con bravura poteva essere devastante.
E di certo il crudele Maresciallo sapeva come usarla.
Più volte cercò di fracassare la testa del suo avversario, ma quello riusciva ogni volta a parare il colpo o ad evitarlo.
Ma più passava il tempo, più il dolore aumentava, i movimenti si facevano più pesanti e prevedibili, la vista più annebbiata.
Fagan se ne accorgeva e sentiva forte l'odore del sangue del suo nemico.
“Sei finito, cane.” Disse con soddisfazione.
Poi menò un colpo alto e violento che colpì al braccio il Cavaliere Esiliato, salvato solo dallo spessore della sua corazza.
Fagan voleva il colpo di grazia ed attaccò ancora, ma stavolta il suo avversario fu abile e lesto nel bloccarlo, facendo sì che la catena della stella del mattino si arrotolasse attorno all'ascia.
E con la lama lacerò il ventre del Maresciallo.
Tutto ciò sotto lo sguardo di Clio e di tutti i presenti.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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