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Vecchio 26-07-2012, 03.26.53   #19
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Oggi mi sono sentito come impazzire...
E forse ho davvero rischiato di perdere il senno...
Poi stasera, come per magia, ho ricominciato a sognare...
Forse è vero... forse davvero la follia e i sogni sono spesso così vicini da potersi quasi toccare...
E a tutti i folli che amano credere ai propri sogni, io voglio raccontare questa storia...
Dedicandola al mio sogno più bello, che oggi ho temuto di aver smarrito per sempre...

La dottoressa rientrò col suo solito fascio di giornali e di riviste sotto il braccio, per poi lasciarli cadere sul divano.
“Sono a casa.” Disse.
“Bene, mamma.” Rispose una voce di ragazza dalla stanza accanto.
“Ancora davanti alla tv?”
“Oggi fa troppo caldo” replicò la ragazza “e non mi va di fare nulla.”
“Potresti preparare la cena, allora.”
“Ordino due pizze o cinese?”
“Tira fuori il pollo dal freezer” indossando il camice la dottoressa “o non si scongelerà in tempo.”
“Ma, mamma...” sbuffando la ragazza “... non mi va il pollo...”
“Oggi ti do anche la possibilità di scegliere il contorno.” Disse la donna. “Peperoni o piselli.”
“Uffa!” Esclamò la ragazza.
“Ha chiamato qualcuno?”
“No, ma nello studio c'è un cliente...” rispose la ragazza “... è un ragazzo...”
“Si, oggi aspettavo il signor Romano.” Ed entrò nel suo studio.
Qui trovò ad attenderla un giovane, intento a fissare la scacchiera esposta su un tavolino in noce davanti alla finestra.
“Buongiorno, signor Romano.” Salutò la donna. Per poi sedersi alla scrivania ed accendere il suo portatile.
“Buongiorno a voi, dottoressa.” Sorridendo lui. “Davvero bella questa scacchiera.”
“Si...” alzando per un momento gli occhi lei e sorridendo “... è danese, del XIV secolo...”
“Io credo che gli scacchi siano una notevole metafora della vita...” fece lui “... il re, principio maschile e perderlo equivale di fatto alla sconfitta... la regina invece, principio femminile, è molto più completa e perdere lei significa, in pratica, essere sconfitti...”
“Lei gioca a scacchi?” Chiese lei, alzandosi, spegnendo il cellulare e sedendosi poi ad una delle due sedie attorno al tavolino.
“Purtroppo non sono abbastanza bravo.” Sedendosi sull'altra sedia lui.
“Cosa mi porta oggi?” Domandò lei, mentre accendeva alcuni bastoncini profumati.
“Incenso.” Disse lui. “La settimana scorsa era invece sandalo. “L'altra ancora... vaniglia.”
“Vedo che lei è molto attento ai profumi.” Sorridendo lei. “Si, mi piacciono le essenze profumate. Allora, cosa abbiamo oggi?”
“Ieri sera ha visto la tv?”
“No, ieri sera ero impegnata con del lavoro arretrato.” Rispose lei. “Non guardo molto la tv. Qualche sera, se mia figlia resta in casa ed io non devo lavorare troppo per il giorno dopo. Perchè? Cosa c'era ieri alla tv?”
“Un film...” disse lui “... uno di quei vecchi film, un'avventura mista... tra il genere cappa e spada e quello fantastico...”
“Ah, allora uno dei suoi film preferiti.” Annuì lei. “Di cosa parlava?”
“Si, era un vecchio film, ma non in bianco e nero...” spiegò lui “... era stato colorato, come purtroppo talvolta fanno... tuttavia, nonostante questo, presentava colori un tantino vaghi, sbiaditi, quasi fiabeschi e giochi d'ombra davvero riusciti, tanto da sembrare quasi un film d'animazione... era un'avventura cavalleresca ed il protagonista era naturalmente sir Guisgard, il cavaliere più famoso di tutti i tempi.”
“Ah, capisco, il suo alter ego.”
“No, dottoressa.” Sorridendo lui. “Guisgard non è il mio alter ego... io sono Guisgard.”
“Signor Romano...” disse lei “... rammenta il compito che le avevo assegnato la scorsa settimana?”
“Perfettamente, dottoressa.” Annuendo lui. “Oggi mi sarei dovuto presentare con il mio nome di battesimo.”
Lei sorrise e gli fece un cenno.
“Dottoressa...” alzandosi lui “... Cristiano de Guisgard, cavaliere d'amore e cortesia. Per servirla.” Mostrando poi un vistoso inchino.
“Allora” sorridendo lei “per la prossima settimana le chiederò di aggiungere, signor Romano, oltre al suo nome di battesimo, anche il cognome con cui normalmente si firma.”
“Due o tre sedute fa” disse lui “le chiesi del perchè la gente ricorre alle cure di uno psicologo. Ricorda? E lei mi rispose che lo fanno per stare meglio. Per superare un disagio che non le porta a vivere bene. Giusto?”
“Perfettamente.” Annotando ogni cosa lei.
“Ebbene, se questa mia, diciamo, convinzione di essere Guisgard non mi procura disagio, perchè allora lei cerca di sopprimerla? Se sono felice di essere il Primo fra tutti i cavalieri, perchè lei poi tenta di convincermi del contrario?”
“Vede, signor Romano” rispose lei “questa sua, come lei stesso ha voluto chiamarla, convinzione di essere qualcun altro, diverso da ciò che invece lei è, la porta poi a vivere in maniera conflittuale tutta una serie di rapporti col mondo circostante. La vita non è partire per la Terrasanta e guerreggiare contro gli infedeli, o cercare il Santo Graal. Non si può andare in giro a combattere le ingiustizie con la propria spada come un novello Lancillotto, o scalare torri per liberare donzelle in difficoltà. Ecco, prendiamo ad esempio la sua idea dell'Amore. Questa dimensione romantica e romanzata, assoluta e di predestinazione con cui lei vive i suoi sentimenti. La ricerca di una storia perfetta, da romanzo, non è la realtà. L'amore, come tutte le cose di questo mondo, vive varie fasi, evoluzioni. Subisce compromessi e ci porta spesso a fare delle scelte anche dolorose e quasi sempre poco romantiche. L'Amore è come tutte le cose di questo mondo. Quindi nasce, cresce e talvolta, purtroppo, muore.”
“Posso parlarle del film di ieri sera, dottoressa?”
“Certo.” annuì lei.
“Guisgard era alle prese con un'incredibile avventura...” spiegò lui “... doveva cercare un Tesoro straordinario... un Fiore capace di realizzare il più grande desiderio di ogni uomo... sa di cosa parlo?”
“No, me lo dica lei, signor Romano.”
“La felicità, quella vera.” Disse lui. “La Gioia. E solo l'amore vero porta la vera Gioia.”
“E nel film” fece la dottoressa “era da solo il nostro Primo Cavaliere?”
“Ovviamente no.” Rispose lui. “Era insieme alla sua amata.”
“E com'era stavolta?” Chiese la dottoressa. “La dama di turno, intendo. Visto che in ogni film vi è una dama diversa ad affiancarlo.”
“Vi sbagliate, dottoressa...” sorridendo lui “... Guisgard è un uomo che ama la stessa donna per tutta la vita... lo stesso sguardo... lo stesso sorriso... le stesse carezze... gli stessi baci...”
In quel momento squillò il suo cellulare.
Fece cenno alla dottoressa indicando un minuto e rispose al cellulare.

La balia andò incontro al cavaliere.
Gli sorrise ed accennò un breve inchino.
Si avvicinò e gli lasciò un biglietto, per poi andare via.
“Domani sarà Lunedì... stupiscimi... voglio sognare come mai prima d'ora... un bacio... a presto...” recitava quel biglietto.
Il cavaliere richiuse il biglietto e lo sfiorò con le labbra.

Cristiano chiuse il cellulare e si scusò di nuovo con la dottoressa.
“Credo che per oggi abbiamo finito.” Disse lei. “Se non c'è altro.”
“Forse bisognerebbe discutere un po' sul suo concetto di amore, dottoressa.” Sorridendo lui. “Posso chiederle se è sposata?”
“Sono divorziata.” Rispose lei. “Questo è un problema per lei? Visto che è molto cattolico?”
“Affatto, dottoressa.”
Lei sorrise.
“L'amore non è mai tranquillo...” aggiunse lui “... e non va mai giudicato o spiegato... sapete? Mi date l'idea di una donna particolare... di quelle che si leggono in certi romanzi... all'apparenza razionali... ma che nascondono un grande amore vissuto in passato...”
“Anche questo l'ha letto in un romanzo di sir Guisgard?”
“Si...” sorridendo lui.
“Comunque...” sorridendo anche lei “... in verità sto vedendo una persona... non è nulla di che, un mio ex amico dei tempi dell'università... lui vorrebbe... ma io non sono più un'adolescente e...”
“E quel fiore sul tavolino?” Indicò lui. “Forse...”
“L'ho preso in un locale in cui eravamo andati a bere...” disse lei vagamente imbarazzata “... lui è rimasto l'esuberante di sempre e mi ha chiesto di accompagnarlo ad un convegno... ma io...”
“Se deciderà di andarci, mi lascerà quel fiore?” Chiese lui.
Lei sorrise.
Una settimana dopo, Cristiano si presentò nello studio della dottoressa, ma sua figlia spiegò al ragazzo che lei era dovuta partire all'ultimo momento.
Si scusava e aveva lasciato una scatolina al suo paziente.
Cristiano aprì la scatolina e vi trovò dentro quel fiore.
Salutò la ragazza e scese in ascensore.
Qui trovò un ragazzino che giocava.
“Sarò un cavaliere da grande, sai?” Fece il piccolo.
“Bravo.” Sorridendo Cristiano. “Sai che lo sono anche io? Sono un cavaliere, come lo diventerai tu da grande.”
L'ascensore si aprì e lui uscì.
“E quale cavaliere sei?” Domandò il piccolo.
“Io?” Voltandosi lui. “Io sono naturalmente sir Guisgard e questa” indicando il fiore che aveva in mano “è la mia magica margherita.”
E andò via, sotto gli occhi sognanti di quel bambino.



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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 26-07-2012 alle ore 03.32.25.
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