Visualizza messaggio singolo
Vecchio 02-04-2012, 03.04.13   #14
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
In una notte come questa tutto può accadere, anche rincorrere, sulle ali di un ricordo, un sogno nato in una chiara mattinata tra i banchi di scuola...

Quel mattino era particolarmente luminoso e nella classe il chiarore delle grandi nuvole che attraversavano quel cielo terso sembrava riflettersi con un'intensità diversa dal solito.
Il cortile della scuola, sul quale si affacciava la classe, era animato dai bambini dell'asilo che si rincorrevano, tra risa e grida, in giochi sconosciuti o incomprensibili ai più.
Le tre grandi palme, circondate da piccoli giardinetti di cespugli fioriti, ondeggiavano quasi ritmicamente alla lieve brezza che attraversava il cortile.
La luce delle finestre giungeva a lambire la lavagna, sulla quale ancora erano segnate le divisioni occorse per risolvere il problema del contadino appena ritornato dal mercato e la grande cartina politica dell'Europa, con i suoi improbabili colori e tutti quei puntini neri per indicare le capitali.
“Tu, Matteo?” Chiese la maestra. “Tu cosa vorresti fare da grande?”
“Il Robot, signora maestra!”
“E perchè mai?”
“Per salvare il mondo dagli alieni, signora maestra!”
“Sei sicuro che gli alieni vogliano proprio attaccare la Terra?” Sorridendo lei.
“Si!” Sicuro il bambino.
“E come fai a saperlo?”
“Perchè sono cattivi!”
“E tu, Biagio?” Chiese la maestra ad un altro bambino. “Cosa vorresti fare da grande?”
“Il re, signora maestra!”
“Che bello!” Esclamò la maestra. “E perchè proprio il re?”
“Perchè il re è ricco e non lavora!”
La maestra rise.
“E tu, Anna?” Chiese poi ad una bambina.
“Voglio essere Barbie, signora maestra.” Rispose la bambina. “Ma qual'è poi il mestiere di Barbie?”
“Non lo so.” Sorridendo la maestra.
Lui però non badava molto a quelle chiacchiere.
Fissava la finestra e il suo sguardo, come i suoi pensieri, si perdeva nel cortile e in quei cespugli fioriti attorno alle grandi palme.
Fissava tutto quello, ma soprattutto un fiore.
Un fiore che spuntava dal giardinetto e che sembrava fissare a sua volta quel bambino.
Lui allora cominciò a disegnarlo sul quaderno che aveva davanti.
E mentre ne disegnava le forme, iniziò a vedere tante cose.
Cose che lo portavano via da quella classe e dai desideri espressi dai suoi compagni di scuola.
Quel fiore lo chiamava a sé nel cortile, dove un mondo diverso prendeva forma.
Le palme si moltiplicarono e divennero l'inospitale giungla malese, animata dai terribili Thug, irascibili rinoceronti e feroci tigri mangia uomini.
Dal meraviglioso e quasi infinito delta del Gange, poi, vedeva salpare mille e più imbarcazioni in fuga dalle navi inglesi.
Aveva con sé una ciurma di fedelissimi e il cuore della bellissima figlia del Maharaja che batteva solo per lui.
Poi le acque di quel fiume sterminato mutarono nel caldo e libero Mar dei Caraibi, dove navi che battevano bandiera olandese, spagnola o portoghese erano tutte sulle tracce del suo galeone.
Un galeone che portava il nome della sua amata, la deliziosa figlia del governatore di Las Balias.
Si ritrovò poi nel selvaggio West, a regolare un conto in sospeso con una banda di criminali, poi in una verdeggiante foresta a capeggiare una banda di briganti ribelli alla corona.
Fissò il disegno e si destò in un silenzio canneto, rischiarato dalla Luna e attraversato dal sibilo del vento, impugnando una katana e sfidando un samurai rinnegato.
Gli apparve allora la Lampada magica e strofinandola chiese al Genio di rapire il palazzo della principessa e condurre loro due lontano da tutto e tutti.
Un attimo dopo, bardato di corazza, impugnò la spada e vinse una terribile maledizione, liberando un intero reame e conquistando l'amore di una bellissima dama.
“Cosa c'è di così interessante la fuori?” Domandò all'improvviso la maestra.
“Eh, cosa?” Destato dai suoi pensieri il bambino.
“Stai fissando il cortile da un bel po'...” fissandolo la maestra “... magari c'è qualcosa di bello... vuoi indicarcelo?”
“Veramente, io...”
“Sei dei nostri?”
Gli altri bambini risero e lui li fissò.
Si voltò anche Adeila, la ragazzina dai capelli chiari seduta poco più avanti.
“Ecco, sei hai finito di distrarti” sarcastica la maestra “potresti partecipare alla lezione. Ti va?”
Il bambino coprì istintivamente il foglio col disegno ed annuì.
“Allora...” fissandolo la maestra “... cosa vorresti fare da grande?”
Lui fissò nuovamente quel fiore nel giardinetto fuori.
Sorrise lievemente e si voltò verso la maestra.
“Io sarò il Primo Cavaliere!” Esclamò lui.
“Davvero, mio giovane Lancillotto?” Incrociando le braccia la maestra. “E cosa fa di solito il Primo Cavaliere?”
“Vivrò avventure mozzafiato” rispose lui “e compierò imprese straordinarie, fino a conquistare il cuore della dama più bella del mondo!”
“Dovresti distrarti meno, però” scuotendo il capo la maestra “e impegnarti di più... e magari sognare un po' meno.”
In quel momento suonò la campanella e tutti corsero in cortile per la ricreazione.
Lui allora ripiegò il disegno di quel fiore e lo conservò in una tasca.
Uscito nel cortile si avvicinò al giardinetto per vedere da vicino il suo fiore, ma quello non c'era più.
Stupito, il bambino, cercò tra i cespugli, ma non c'era traccia di quel fiore.
Ad un tratto si avvicinò qualcuno.
“Ti ha sgridato la maestra...” mormorò Adeila “... mi spiace...”
“Lascia perdere...” fece lui “... tanto la maestra non può capire... nessuno può capire...”
“Sai...” sorridendo lei “... io invece ho visto... ho visto tutto dalla finestra...”
“Cosa hai visto?” Chiese lui.
“La giungla, il mare e le navi che inseguivano il tuo veliero...” entusiasta lei “... ho sentito l'odore della salsedine e la puzza della polvere da sparo...” sorrise nuovamente, mentre il Sole irradiava i suoi boccoli chiari “... mi ci porterai? Domani, mi porterai con te? Sul tuo veliero?”
Lui restò un momento sorpreso e poi annuì.
Lei allora gli diede il fiore.
L'aveva raccolto nel giardinetto appena giunta nel cortile.
“A domani...” sussurrò lei per poi lasciargli un tenero bacio.
E lui, in quel momento, stringendo il mano quel fiore, si sentì davvero l'eroe dei suoi sogni.
Quel bambino, naturalmente, realizzerà il suo sogno e diventerà sir Guisgard e quel fiore sarà la sua magica margherita.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso   Rispondi citando