Guidai per una ventina di minuti buona, prima di arrivare a destinazione.
Parcheggiai l’auto non troppo distante dal palazzo, per poi salire con l’ascensore fino al ventottesimo piano.
Bussai all’appartamento numero 1015 e l’uomo che mi aprì, mi lasciò piacevolmente stupita.
I suoi capelli erano chiari, il volto piacente.
Gli riservagli un sorriso gentile, prima di entrare in casa sua.
“Può chiamarmi Queenie, se vuole.” dissi entrando, la borsa con dentro la pistola, stretta al mio braccio “Perdoni la visita, al mio locale si stava preparando tutto per aprire in serata.” aprii la borsa cercando la carta da gioco che avevo trovato, per poi porgerla al giovane professore “Questo è il motivo per cui sono qui. Pensa di riuscire ad aiutarmi?” domandai per poi giocare un poco con i lunghi capelli castani.
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