Naturalmente molti accorsero dopo quella rivelazione di Reddas, tra cui anche Gwen.
Il cacciatore smontò da cavallo e affidò i suoi cani al fratello.
"Milord..." disse il Curato, giunto anche lui "... dite davvero? Avete ucciso la belva?"
"Io non scherzo mai, padre." Reddas. "Si, l'ho incrociata in un bosco presso le pendici del Taburn. Ho sparato diversi colpi e sono riuscito ovviamente a colpirla." Mostrando il suo fucile. "Questo non è un fucile normale... l'ho disegnato io stesso e l'ho fatto costruire da un abile armaiolo... spara pallottole più pesanti dei normali fucili o moschetti... richiede una vicinanza particolare con la preda... bisogna intravedere il bianco dei suoi occhi... da quella distanza non da scampo..."
"E voi avete visto il bianco degli occhi di quella belva?" Chiese il Curato.
"Non avevo bianco in quei suoi occhi..." mormorò Reddas "... erano occhi incolore... cupi e freddi... inanimati direi..."
"Che bestia era?" Chiese un uomo. "Un lupo? Un mostro?"
"Era nella boscaglia..." Reddas a quello "... albeggiava... non sono riuscito a distinguerne le fattezze... sembrava avere la sagoma di un lupo... ma era molto più grosso..."
"Dov'è ora?" Arrivando Goz, seguito dal nuovo arrivato, l'uomo bruno visto da Gwen in precedenza.
"L'ho colpita più volte..." rispose Reddas "... ma è fuggita... ma non farà molta strada." Con un ghigno.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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