Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 30-05-2016, 16.21.13   #375
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Nessuna contesa terrena, giusta o ingiusta, contro qualsiasi avversario mi ha visto sconfitto. Eppure nelle Cose Sacre so che fallirei, poiché ho un peso sul cuore.”

(Il libro di bianco di Rhydderch)



Avator, ripresosi dalla commozione, fece celebrare una messa solenne per ringraziare il Cielo e proclamò sette giorni di festa in tutta la contrada.
Allora banchetti e giostre animarono i giorni a seguire, con concessioni di pane, vino ed olio al popolo.
Molti servi furono poi liberati dalla gleba e importanti donazioni Avator concesse alla cattedrale ed al vescovo come somma gratitudine per quel miracolo.
Furono dunque giorni spensierati, fatti di lunghe passeggiate nei giardini del castello e lungo il camminamento merlato per Ardea e Cramelide.
Lui le narrava spesso di grandi storie, fatte di eroiche imprese ed Amori immortali.
E lei sognava.
Sognava una vita fatta di quelle cose, fatta di Gioia.
E non riusciva ad immaginare quella stessa vita senza quel cavaliere accanto a sé.
Tutti coloro che li vedevano insieme pensavano che non fosse mai esistita, né in vita, né nei romanzi, una coppia più bella e felice di quella.
Per questo l'intera contrada attendeva impaziente che Ardea dichiarasse quell'Amore che a tutti sembrava naturale ed immenso.
Che quel nobile cavaliere chiedesse la mano della giovane a suo padre.
Ma non accadde.
Trascorsero i giorni ed Ardea mai pretese promesse eterne da Cramelide, né chiese la mano di lei ad Avator.
E ciò gettò la ragazza nello sconforto.
Di giorno restava sveglia in attesa di quelle parole così sognate, ma sempre inutilmente e di notte pregava per udirle col nuovo Sole.
Anche Avator si accorse di ciò e ne parlò con suo figlio Giaccos.
“Padre...” disse il musico “... è vero, anche io e tutto il popolo attendiamo che quel cavaliere si dichiari apertamente, poiché nessuno qui dubita che egli ami tua figlia e mia sorella come nessun uomo abbia amato mai una donna prima di oggi. Tuttavia non possiamo obbligarlo. Gli siamo debitori in tutto. Egli però è tanto retto e saggio che mai causerebbe peccato.”
“Lo penso anche io.” Annuì Avator.
“Dunque” Giaccos “se egli tarda oppure evita di dichiararsi allora un motivo deve esserci. Ne sono certo.”
“Quale dunque?” Dubbioso Avator. “Forse un voto? Un giuramento?”
“Non lo so, padre mio.”
“Però” mormorò Avator “noi non possiamo permettere che Cramelide soffra. Ha già sofferto troppo in vita sua. Convocherò il cavaliere e sarò franco con lui. Se egli non intende chiedere in sposa mia figlia, allora che vada via. Altrimenti la ragazza morirà di dolore.”
“Credo sia giusto ciò.” Annuì Giaccos. “Ed anche Ardea lo comprenderà.”
“Si.” Sedendosi Avator. “Eppure mi piange il cuore... quale motivo può celarsi nel cuore di uomo da impedirgli di essere felice? Perchè è palese che lui ami Cramelide.”
“Spesso i grandi uomini” rivelò Giaccos “conservano nel cuore segreti e dolori ignoti ed incomprensibili. Si farà la Volontà di Dio.”
“Si, sarà fatta la Sua Volontà.” Fissandolo Avator.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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