Discussione: Il Cavaliere Bianco
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Vecchio 21-05-2018, 01.42.06   #1
Guisgard
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Il Cavaliere Bianco

"Al mattino ascolta la mia voce;
al mattino ti espongo la mia richiesta
e resto in attesa."


(Salmo 5)



PROLOGO


Sterminata, magnifica e splendente come oro ai raggi calanti del tramonto, la città era ricca di mura merlate e serpeggianti, colonne di porfido policromo, ponti sospesi e ricurvi di marmo venato, fontane d'avorio che mandavano zampilli nelle grandi piazze, porticati ad arco e monumentali su alti pilastri, giardini profumati e lussureggianti, larghe strade che si snodavano tra filari di alberi frondosi, urne bianche ornate di fiori sconosciuti e un corteo scintillante di statue abbellite con oro ed argento lungo gradoni di pietra opaca che salivano fino all'agorà.
Sul far della sera gli ultimi raggi del Sole morente traevano sfolgoranti bagliori dalle cupole dorate delle sue chiese, in un tripudio di guglie e campanili svettanti e confusi in oceani perduti di nuvole nel cielo infinito.
Sui fianchi interni alle lunghe mura si arrampicavano file di tetti rossastri e vecchi solai aggobbiti che racchiudevano le strade più piccole ed interne ricoperte di ciottoli lisci e consumati.
Nella sua bellezza inconcepibile ed incantata Afragolopolis era una visione degna della febbre di un re: un concerto armonioso di strumenti sovrannaturali, un tuono di cimbali e liuti senza Tempo, un crepuscolo sognante di arpe, mandolini, cetre, flauti e rotte di suoni ipnotici, ammalianti, sognanti.
La meraviglia aleggiava su questa grandiosa città, come una nube sulla cima selvaggia di una montagna inesplorata e favolosa.
Uno spettacolo degno della fiabesca capitale di un regno millenario qual'era Afragolignone.
I lunghi secoli di guerra non avevano scosso il suo splendore, né assopito la leggenda della sua bellezza, limitato com'era il conflitto alle zone più estreme del reame, lungo la frontiera fortificata e perlopiù deserta.
Ma negli ultimi mesi qualcosa era cambiato.
Una nuova minaccia, terribile e sconosciuta, aveva racchiuso e fatto indietreggiare i suoi confini, terrorizzato il suo popolo ed annichilito in parte il suo progresso.
Gli attacchi, sorti dal nulla, erano stati prima isolati e sporadici, ma via via, nel corso di settimane che mutavano sempre più drammaticamente in giorni, divenuti più frequenti e devastanti.
Intere città erano state letteralmente cancellate dalla faccia del regno o mutate in polverose rovine fatte di sale.
Svariate razze di individui, con i loro usi e tradizioni, si erano praticamente estinte, portandosi nell'oblio della morte i ricordi delle loro culture.
Le sorti della guerra erano cambiate in un nulla, portando ad un passo dal baratro dell'annientamento l'intera civiltà Afragolignonese.
Ora vi era un'unica speranza, quella ossia portata dall'imminente arrivo della cometa Adelaide, che ogni 701 anni attraversava i cieli del nostro pianeta.


IL CAVALIERE BIANCO


Episodio 1: l'arrivo di Adelaide


“Il corso delle stelle influenza le sorti umane da sempre e da esso dipendono le passioni e i sogni dei popoli.”

(Arato da Soli, Fenomeni)


Ad Afragolopolis, fra le strade, nelle piazze, nei tavoli di locande ed osterie e lungo gli usci di botteghe e negozi pulsava una vivida eccitazione.
La paura della guerra, di uno dei suoi devastanti attacchi divenuti sempre più frequenti nelle diverse regioni del reame (solo la capitale era stata risparmiata fino ad ora), in questi giorni sembrava inquietare meno la popolazione, o almeno nel suo cuore conviveva con una fervida speranza.
Quella portata dall'imminente passaggio nei cieli Afragolignonesi della cometa Adelaide.


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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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