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Vecchio 25-09-2012, 02.08.05   #50
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La Moeder Recht scivolava docile sulle leggere onde del mare, sospinta dagli Alisei favorevoli ed accompagnata dagli ultimi riverberi del giorno morente.
E al tramonto, magico ed incantato come sempre si può ammirare sul mare, seguì il silenzioso crepuscolo, sempre misterioso ed impenetrabile, e poi la sera, chiara di stelle e muta nel suo scorrere infinito su quelle acque.
Alcuni musici tennero di buon umore i passeggeri e l'equipaggio offrì a tutti una deliziosa cena, accompagnata da vino francese e liquori delle Fiandre.
La tiepida sera spinse molti dei passeggeri a restare poi sul ponte, tra il lieve eco del vento e il dolce mormorio delle onde.
Una variegata e vivace umanità si era imbarcata sul veliero, cullando il sogno di una nuova vita in un mondo che appariva a tutti tanto lontano, quanto idealizzato.
E fra i diversi volti, sul ponte apparve anche quello di Cheyenne, una ragazza straniera, che sembrava celare nei suoi occhi e nei suoi modi qualcosa di insolito, di misterioso, quasi indefinito.
“Fissate il mare” disse all'improvviso qualcuno avvicinandosi a lei “con la stessa malinconia del naufrago... una vecchia leggenda udita in non so più quale porto parlava di una ragazza che, disperata per la morte dell'amato, gettatasi in acqua divenne una sirena...” era un vecchio marinaio, dall'incolta barba bianca e impregnato dell'odore delle erbe che masticava continuamente “... siete straniera, vero?” Chiese a Cheyenne. “In fondo, quando si naviga, lo siamo tutti... il mare è la terra di tutti e di nessuno... è tanto vasto da perdersi, eppure gli stolti uomini di potere ambiscono ancora a dominarne gli sterminati confini...” sorrise “... cosa cercate nel vostro voler fissare il mare? Forse di vedere la sagoma del nuovo mondo nel pallore della Luna? O nei riflessi che essa lascia sulle acque? Io conosco le Flegee... si, le conosco forse come pochi altri... un Paradiso in terra... si, vero... ma anche in paradiso può apparire un demonio, come quello che tentò Adamo ed Eva...”
Le parole del vecchio marinaio a Cheyenne avevano attirato anche altri passeggeri, come Altea e la sua balia.
Era stata proprio questa a far segno ad Altea di avvicinarsi al vecchio, incuriosita dalle sue parole.
“Scusatemi...” fece la balia “... scusatemi se ho inavvertitamente udito i vostri discorsi... parlavate di demoni in quelle terre paradisiache... quali demoni?”
“Vedete...” mormorò il vecchio marinaio “... anche le splendide Flegee, come tutte le cose di questo mondo, hanno un flagello... i pirati...” fissò tutti coloro che lo stavano ascoltando “... si, i pirati... vi siete mai imbattuti nei pirati? No, ovvio di no... altrimenti, se così fosse, non stareste qui ora... ebbene, si tratta di predoni ferocissimi, animati dai demoni dell'avidità, dell'odio e della violenza... avvistare una nave corsara equivale ad una condanna a morte... un veliero come questo” indicando la nave su cui viaggiavano “non potrebbe mai stare al passo di un vascello pirata... in breve il raggio dei suoi mortai ci avrebbe sotto tiro... e una volta raggiunti, l'arrembaggio segnerebbe la nostra sorte... gli uomini verrebbero massacrati, mentre le donne e i bambini venduti come schiavi... esistono molti pirati nel Mar delle Flegee... tanti quanti sono i pesci di tutti gli oceani... eppure vi è un nome che è sinonimo di morte... un pirata malvagio come un demonio, inesorabile come la peste e violento quanto un uragano... un essere diabolico, la cui anima è già da tempo promessa agli inferi... il suo nome è...”
“Basta con le tue stupide storie, Robbios!” All'improvviso una voce. “Smettila di spaventare i passeggeri con i tuoi folcloristici racconti!”
“Capitano De Chur, sapete che non sono storie...” tentò di dire il vecchio marinaio.
“Sei pagato per occuparti della stiva!” Lo interruppe il capitano. “Ora va e accertati che l'umidità non abbia reso scivolose le cime, o qualche marinaio stanotte potrebbe cadere. Vai...”
Il vecchio annuì e si allontanò.
“Perdonatelo, signori...” disse De Chur ai passeggeri “... i vecchi marinai amano il folclore del mare e questo li spinge a raccontare leggende fantasiose... non badateci e godetevi questo meraviglioso viaggio.”
Alle parole di Robbios avevano prestato ascolto anche Rynos, Cavaliere25, Emas e Fydan.
“Pirati...” mormorò Rynos “... bah, bazzecole... nessuno oserà attaccare una nave come questa!”



Intanto, poco distante, Clio fissava l'orizzonte sterminato e vari pensieri attraversavano la sua mente.
“Strano...” mormorò ad un tratto una voce alle sue spalle “... eppure l'Astrolabio di bordo funziona correttamente...” era Gurenaiz e si avvicinò di qualche passo alla ragazza “... la Stella del Nord” fissando il cielo “dovrebbe trovarsi dall'altra parte” indicando il firmamento “e invece la vedo qui, proprio davanti a me...” sorrise e salutò Clio con un lieve cenno del capo “... il mio turno è terminato e come promesso eccomi qui con voi. In verità, ad essere sincero, avrei dovuto completare alcune mansioni, ma mi sono detto che un timoniere sufficientemente esperto ed un mozzo appena sveglio sicuramente avrebbero svolto senza noie quelle manovre...” fece l'occhiolino alla ragazza “... allora ditemi, mia esotica principessa, cosa facevate di bello? Posso ardire di credere che forse pensavate ad un certo affascinante ufficiale di mia conoscenza? Ufficiale investito dal Fato al ruolo di vostro campione e accompagnatore?” Sorrise e mostrò alla ragazza una conchiglia. “Questa era attaccata all'ancora... sapete? Si dice che sia di buon auspicio trovare una conchiglia prima di partire... provate ad ascoltare la voce del mare...” porgendola a Clio “... chissà che non vi sussurri qualcosa di magico...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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