Nel frattempo, oltre i confini di Cartignone, due uomini a cavallo stavano per intraprendere un viaggio che si presentava loro molto incerto.
"Cosa ci attenderà, padrone, in questo viaggio?
Avventura, fama o della gloria solo il miraggio?"
Guisgard non prestò attenzione alle parole di Iodix il buffone, intento com'era a suonare la sua ocarina.
"Che musica malinconica, signore...
cosa avete dunque nel vostro cuore?"
Guisgard continuò a suonare.
Giunsero allora davanti alla bottega di un maniscalco.
Guisgard fissò il buffone e sorrise all'improvviso.
"Se c'è una cosa che odio" disse "sono i segni della schiavitù!"
Scese allora da cavallo ed entrò nella bottega, facendo segno a Iodix di raggiungerlo.
"Avanti, metti la testa vicino a questa incudine." Ordinò al buffone, impugnando un martello ed un grosso chiodo di ferro.
"Cosa volete farne della mia testa?
Perdonate, ma la vostra mano è lesta?" Chiese preoccupato il giullare.
"Avanti, metti qui la testa e sta zitto o mi confonderai."
Guisgard allora fissò il chiodo sopra all'anello di ferro che cingeva il collo di Iodix e col martello tirò un colpo secco.
Un attimo dopo l'anello di ferro era a terra, spaccato in due.
"Oh... ricordo che mio padre quando morì l'aveva ancora al collo
ed io invece ne sono libero. Che strano non avere più quel bollo." Mormorò il buffone accarezzandosi il collo.
"Ecco, ora sei un uomo libero!" Esclamò Guisgard.
I due allora ripresero il loro viaggio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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