Un carretto diretto verso il crepuscolo si lasciava alle spalle le mura di Monsperone.
Portava due sacchi ben chiusi e giungeva ad un antico cimitero sconsacrato utilizzato come fossa comune per i criminali giustiziati.
A guidarlo era un monaco incappucciato che arrivando al limitare del bosco, quando la campana della vecchia Pieve cominciò a suonare, arrestò i due cavalli e con un coltello iniziò a tagliare la tela dei due sacchi.
Prese poi un Breviario e nel leggerlo attese.
Passò un'ora, poi due, infine tre.
Finalmente uno dei due corpi liberati dai sacchi cominciò a muoversi.
Poco dopo fece lo stesso anche l'altro corpo.
“Credo...” disse massaggiandosi la testa il primo ad essersi svegliato “... credo di aver dormito per giorni...”
“Io forse per mesi...” ancora intontito il secondo.
“No, solo poche ore...” fece il monaco chiudendo il Breviario “... l'effetto del veleno è finito solo ora...”
“Già...” scuotendo la testa Reddas “... ho la nausea...”
“Anche io...” sputando a terra Furio.
“Un buon pasto, una degna bevuta e starete meglio.” Fissandoli il monaco.
“Ora dove andiamo?” Chiese Reddas.
“In un posto sicuro...” rispose il monaco “... li ci riorganizzeremo... per riprendere la guerra quanto prima.”
“Naturalmente.” Deciso Reddas.
Allora il carretto riprese il cammino, addentrandosi nel bosco e svanendo nelle ombre della sera, fra le dolci colline di Chanty.
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FINE