Helas prese la pillola verde e la ingoiò.
Un attimo dopo cominciò ad avvertire vaghi capogiri e poi a vedere colori e forme indefinite intorno a lui...
Il Sole ormai stava scalando velocemente il punto più alto del cielo, assottigliando le ombre nella vallata, quasi a voler liberare dal buio gli spiriti ancora là intrappolati.
Helas saliva stancamente i gradini scavati nella pietra, diretto verso la sommità della collina, dove il suo spirito avrebbe trovato riposo e nutrimento.
Attraversò il leggero ponticello di rami e canapa, arrivando sulla rupe dove si trovava la capanna del vecchio eremita.
Il giovane guerriero aveva con sé la fidata spada ad una lama e la sua rotta che usava per comporre versi.
E quando fu davanti alla capanna, in volo si alzò un nibbio, sorvolando la cima boscosa di quel luogo fatto di silenzio e mistero.
Helas entrò nella capanna e inginocchiatosi prese a sedersi davanti ad una stele incisa con antichi canti.
“Il giovane falco” disse all'improvviso una voce alle spalle del ragazzo “vola via dal suo nido quando gli avvoltoi hanno affilato i loro artigli.”
Helas si voltò di scatto e vide l'antico maestro.
“Quanto tempo è trascorso, vero?” Continuò il maestro. “Ho saputo della tua fuga dal Clan del Loto Screziato... sappiamo entrambi che qui non potrai fermarti a lungo, poiché verranno a cercarti i tuoi antichi compagni... ma sono felice di averti rivisto, ragazzo mio... vieni, sarai mio ospite per l'austero pranzo che ho appena preparato...” gli andò incontro e lo abbracciò forte.