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Vecchio 05-07-2013, 03.08.39   #1
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il Luogo dove non si è mai soli

Questa è un'antica favola che si racconta nelle mie nobili ed antiche terre.
Qualcuno crede abbia una morale, altri che ne abbia più di una e altri ancora che ve ne siano infinite racchiuse fra le sue parole...

Un giorno un giovane, preso dal timore di restare solo, decise di uscire in piazza per allontanare quei tristi pensieri.
Il caso volle, o chissà, forse nulla accade per caso, che udì alcuni mercanti discutere di un o sconosciuto e irraggiungibile luogo, nel quale regnava monsignore Amore e madonna Solitudine non aveva accesso.
Impressionato da quei racconti, il giovane, desiderando più di tutto non restare solo, prese il suo cavallo, salutò tutti i suoi familiari e amici e partì in cerca di quel luogo.
Viaggiò per mesi, attraversando villaggi, borghi e città, chiedendo ad ogni individuo incontrato dove si trovasse il luogo in cui non si restava mai da soli.
Tuttavia nessuno sembrava conoscerlo.
Giunse allora in riva al mare, dove vi era un vecchio dalla barba color cenere.
“Perdonatemi...” disse il giovane “... cerco il luogo in cui non si resta mai soli...”
“Resta qui, figliolo.” Fece il vecchio. “Non ho figli e ti amerei come un padre. E anche mia moglie ti tratterà come se fosse tua madre.”
“E durerà per sempre?”
“Beh, fino a quando io e mia moglie non invecchieremo.” Rispose il vecchio. “Ad occhio e croce un trecento anni buoni.”
“E poi?”
“Poi dovrai restar da solo, ragazzo mio.”
“No, non fa per me!” Esclamò il giovane e riprese il suo cammino.
Giunse poi in una vasta campagna, dove vi era un vecchio con i capelli grigi.
“Scusatemi, dove si trova il luogo in cui non si è mai soli?”
“Resta con me.” Fissandolo il vecchio. “Ho molti orfanelli qui ed io sono troppo vecchio per accudirli. Tu invece potrai farli crescere sani e forti e loro ti ameranno come degni figli.”
“E poi?” Domandò il giovane.
“Poi quegli orfanelli cresceranno e si faranno una loro vita.”
“E fra quanto accadrà?”
“Circa, credo, fra un settecento anni.”
“No, poi dovrò restar da solo!” E andò via.
Raggiunse allora dei monti e qui vi trovò un vecchio dai capelli bianchi.
“Dove si trova il luogo in cui non si resta mai soli?”
“Non saprei. Ma ho molti figli e ti saranno amici. Resta con noi.”
“Fino a quando?”
“Beh, fino a quando incontreranno le donne che saranno poi le loro spose. Diciamo fra mille anni più o meno.”
“E resterò poi da solo?”
“Certo. Loro avranno delle famiglie. Cosa pretendi?”
“No, non se ne fa nulla.” E ripartì.
Giunse infine su un colle, dove si trovava un palazzo.
Qui vi era un bambino.
“Dove si trova il luogo in cui non si resta mai soli?”
“E' questo!” Disse il bambino. “Resta qui con me ed io non ti lascerò mai solo! Ho una bellissima sorella e tu la prenderai come moglie!”
“E quanto durerà?”
“Per sempre!” Rispose il bambino. “Perchè lei ti amerà sopra a qualsiasi altro uomo.”
Il giovane, felice, accettò.
Sposò la ragazza e trascorse in quel palazzo tantissimi anni felici.
Ma poi la nostalgia dei propri cari lo prese.
Il bambino tentò di farlo desistere, ma lui aveva deciso di partire per andarli a trovare.
“Ormai non troverai più nessuno.”
“Forse rivedrò la mia casa e chissà, magari anche qualcuno di loro.”
“Allora” fece il bambino “nelle scuderie troverai il mio cavallo bianco. Raggiungerai con quello il tuo paese. Ma bada di non scendere mai di sella. Mai.”
Il giovane annuì e partì.
Tornò al suo paese, ma tutto era cambiato e nessuno lo riconosceva più.
E quando venne sera la malinconia per la sua sposa lo prese.
E così decise di ritornare da lei.
Ma mentre percorreva la via verso il palazzo sul colle, incontrò una donna.
Aveva i vestiti lacerai, i capelli spettinati ed il volto stanco.
Trainava a fatica un carretto pieno di scarpe vecchie e nel vederlo si gettò, disperata, davanti al suo cavallo.
“Ti prego, aiutami!” Gridò. “Sono stanca e non riesco più a tirare il mio carretto! Ti prego, aiutami!”
Il giovane non voleva scendere da cavallo, ma poi, impietosito, decise di aiutare la donna.
Ma appena mise piede a terra, la donna lo raggiunse e lo prese con sé.
“Finalmente ti ho preso!” Urlò lei. “Sono la Solitudine e ti cerco da anni! Le vedi le scarpe vecchie nel mio carretto? Sono quelle che ho consumato per raggiungerti! Ma ora finalmente ti ho preso!”
E lo portò via con sè, nel suo palazzo incantato, fatto di ombre e nebbie.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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