Discussione: Enigmi a Camelot
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Vecchio 08-11-2022, 00.49.30   #5322
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Partire è un po' come dimenticare.
Questo pensai quando lei saltò su quel treno con i suoi e lasciò la città.
Ricordo tutto di quel giorno, l'ultima di scuola, grigio, lento, dai colori vaghi e quella silente malinconia.
Guardavo il cielo, poi cominciò a piovere, piano, umido, come a voler lavare tutto.
Cancellare l'ultimo anno di scuola, il saluto ai giorni spensierati, il sapore del primo vero primo Amore, assaporato, poi fuggito via come la brezza di Primavera prima della calura estiva.
Si, la Primavera era finita e forse la vita di un uomo comincia così.
Luglio non ebbe pietà e arrivò caldo, soffocante, con l'aria umida dove anche i monti parevano svanire nel miasma della solitudine colorata dell'ora legale.
Ora davvero i giorni erano lunghissimi, una scusa per sentire più caldo.
“Quindi...” disse Vladimir fissando l'afosa campagna “... sei deciso?”
“Si, voglio cercarla...” annuii io.
“E dove?”
“Nell'Aldilà....”
“Credi sia morta? Solo perchè non ti ha più scritto?”
“Si...” io senza tradire emozioni, con il mio sguardo chiaro oltre le frondose querce.
“E come pensi di raggiungerla?”
“Come fece Orfeo, come Ercole, come Ulisse, come Enea e come Teseo...”
“Sono dei miti...”
“Forse...” io voltandomi verso di lui “... dopotutto anche l'Amore vero è un mito, no?”
“Sono con te, per quel che può valere...”
Io sorrisi piano e ci stringemmo la mano.
Il giorno dopo, Venerdì, ci inoltrammo nella campagna, fino a raggiungere il bosco.
La vegetazione, come accadde ad Angelica che fuggiva dai paladini innamorati, pareva aprirsi e poi richiudersi al nostro passaggio, quasi a inghiottirci, a rapirci.
Vagavamo senza meta, o forse si, in cerca della porta degli inferi.
Il sentiero era stretto e dopo un'ora una chiesetta apparve lungo la strada.
Qui un curato di campagna portava sul porticato alcune statue in legno di San Rocco e San Vito.
“Padre...” io avvicinandomi “... cerchiamo la porta degli inferi...”
Lui non rispose nulla e ci benedisse.
Dopo un po' trovammo un'antica torre diroccata, dentro cui ci rifugiammo per ripararci dalla calura del primo pomeriggio.
All'interno c'era un quadro malmesso, raffigurante Tristano che si uccide sul corpo di Isotta la Bionda, mentre da lontano assiste alla scena Isotta dalle Bianche mani.
Lasciata la torre arrivammo presso un lago, dove una pietra dimenticata era stata incisa da chissà quale mano in un tempo perduto, le cui parole così recitavano:
“Addio, bello e dolce Amico.”
Poco oltre incrociamo una zingara che chiese di potermi leggere la mano.
“Solo cercandola potrai trovarla...” mormorò guardandomi la mano.
“Chi?”
Lei mi fissò.
“Dove?” Domandai. “O forse neanche esiste ciò che cerco?”
Lasciata la zingara giungemmo a un capanno abbandonato, dove attendemmo il tramonto e poi il crepuscolo.
Solo con le luci del mattino scoprimmo un pozzo dietro il casale fatiscente, sulla cui carrucola ormai consumata c'era scritto:
“Se ti ama tornerà. Il ritorno, oltre il Tempo e la distanza, è sempre un pegno d'Amore.”
La carrucola non poteva reggerci entrambi e solo io mi calai nel pozzo, scendendo dove la luce neanche più riusciva a giungere.
Alla fine toccai il fondo, umido e irregolare, facendomi luce con dei fiammiferi.
Vidi così, davanti a me, una galleria che imboccai.
Dopo qualche passo arrivai a una grossa porta borchiata, dai cardini pietrificati, che non riuscì ad aprire e neanche a sfondare.
Solo quando mi appoggiai a essa stremato mi accorsi di una strana frase, che capì essere un enigma:

“Delle rose gettando bene il seme
il cuore della regina per voi geme.
Attenti che siano appassite o segnate,
prima che l'intero mazzo poi perdiate.”

Compresi che solo risolvendo l'arcano avrei oltrepassato quella porta.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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