Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 21-01-2010, 00.53.50   #150
Guisgard
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ARDEA DE' TADDEI

LXXVIII

"Così, la terra variando i semi
Vigor non perde, e in non arato campo
Con larga usura anch'ei l'ozio compensa."
(Georgiche, libro I, 120)


I tre fuggitivi ben presto sbucarono nella foresta che circondava Cardizia.
Attraverso sterpi e rovi giunsero in uno spiazzo. Biago seguiva i due compagni che sembravano conoscere molto bene quei luoghi.
E in quello spiazzo, uno dei due iniziò ad imitare il canto del merlo.
Un attimo dopo qualcuno, celato nella vegetazione circostante, fece altrettanto.
Poco dopo nello spiazzo comparirono cinque uomini.
“Siete vivi!” Disse uno di loro. “Grazie al Cielo!”
“Si.” Rispose uno dei due fuggitivi. “Però ce la siamo vista brutta. Disperavamo di potercela cavare.”
E tutti loro si abbracciarono.
Poi, uno dei cinque, vedendo Biago, chiese chi fosse.
“E’ un nostro compagno di cella” rispose uno dei due fuggitivi “e siamo fuggiti grazie a lui.”
“Benvenuto tra noi, amico.” Disse l’uomo che aveva chiesto di lui.
Poi aggiunse:
“Non restiamo qui. Gli altri devono sapere che siete sani e salvi.”
E così penetrarono nel cuore della foresta, fino a giungere ad un villaggio, piccolo e ben mimetizzato tra la folta vegetazione.
Qui i tre furono accolti con gioia e festa.
“Vieni” disse uno dei due fuggitivi a Biago “devi conoscere Lugos.”
“Chi sarebbe?” Chiese Biago.
“Lugos è il capo del villaggio.” Rispose l’altro. “Senza di lui saremmo persi.”
Andarono allora verso una capanna con il tetto quasi del tutto coperto da sterpi e fogliame.
Appena giunti fuori a quel rustico tugurio, la porta si aprì e apparve un uomo.
Era asciutto, di altezza media, con capelli ed occhi nerissimi e la pelle olivastra.
“Lugos…” cominciò a dire il fuggitivo “…questo è Biago. Era prigioniero con noi a Cardizia e senza di lui noi saremmo ancora lì a marcire.”
“Benvenuto nel nostro villaggio, Biago.” Disse Lugos tendendogli la mano.
Biago si guardava attorno e ammirava come quegli uomini fossero riusciti, in quella natura selvaggia ed inospitale, a costruire un villaggio tanto accogliente e sicuro.
“Ehi!” Gridò all’improvviso una voce alle sue spalle. “Io ti conosco!”
Biago si voltò per lo stupore.
“oI ti ho incontrato nella foresta qualche giorno fa” aggiunse quella voce “ed eri in compagnia di un cavaliere e volevate lasciarmi legato come pasto per le belve feroci!”
Biago allora riconobbe quella voce ed il suo proprietario.
Era quel ragazzo che lui ed Ardea incontrarono appena giunti nella terra di Cardizia.
“Sei sicuro, Tanco?” Chiese Lugos al ragazzo.
“Si, sicurissimo!” Rispose lesto questo. “Ti dico che è lui! Ne sono sicuro!”
“Che storia è questa?” Chiese Lugos a Biago.
“Posso fidarmi?” Chiese Biago.
“Ti abbiamo portato qui, nel nostro villaggio” rispose Lugos “e se sospettassimo di te ti avremmo già fatto la pelle.”
“E sia.” Disse Biago. “Io sono lo scudiero di un cavaliere giunto qui in nome di sua signoria il duca Taddeo.”
“Chi è il cavaliere che accompagni?” Chiese Lugos.
“Mi ha imposto di non rivelare a nessuno il suo nome” rispose Biago “ed io non lo disubbidirei mai.”
“Dove si trova ora?” Chiese Lugos.
“Non l’ho più visto.” Rispose Biago “Forse, quando fummo catturati, fu condotto in un altro luogo. Non so cosa pensare.”
“Un solo cavaliere contro quelle streghe?” Gridò uno dei presenti. “Il duca così pensa di riprendersi Cardizia?”
“Silenzio!” Gridò Lugos.
“Dovete aiutarmi.” Disse Biago. “Devo scoprire dove l’hanno condotto e, se ancora vivo, liberarlo.”
“Faremo il possibile.” Disse Lugos. “Purtroppo noi siamo fuorilegge nella nostra terra e nemici per coloro che dovrebbero essere le nostre compagne.”
“Ma come è accaduto tutto ciò?” Chiese Biago. “Come può essersi diffusa una tale innaturale follia?”
“Seguimi” disse Lugos “e davanti a del buon vino e ad un buon piatto caldo le nostre sventure ci sembreranno meno amare.”
“Ma come?” Intervenne il giovane Tanco. “Quest’uomo voleva fare di me il pasto di qualche fiera della foresta e tu lo inviti a mangiare e a bere!”
“Sta buono, mio giovane ed irruento compagno.” Disse sorridente Lugos.
Entrarono così in una capanna, dove furono serviti loro carne e vino.
“Tutto cominciò” iniziò a raccontare Lugos “due anni fa, con la morte del vassallo del duca. Egli era un uomo giusto ma covava una serpe in seno. Sua mogli infatti non gli perdonò mai il suo libertino amore per le altre e istruì in silenzio la loro unica figlia, forgiandola con un viscerale odio verso tutti gli uomini. Ella, divenuta adulta, sfruttò la sua maestria con le armi appresa dal padre e sparse il funesto seme del suo odio nelle altre donne. E così, alla morte di suo padre, il potere fu preso dalle nostre donne, che ci scacciarono da Cardizia intimandoci di non tornarvi più. Da allora noi le chiamiamo le Dame dall’Incertocuore.”
“Tutto ciò è assurdo!” Esclamò stupito Biago.
“Noi siamo gente pacifica” disse Lugos “ed aliena all’uso delle armi. Nulla abbiamo potuto contro la loro follia.”
“E come pensate di far finire tutto ciò?” Chiese Biago.
Proprio in quel momento un uomo entrò nella capanna.
“Lugos, i cavalieri che attendevamo sono giunti.”
Lugos allora si alzò e si diresse fuori.
Ma prima di uscire si voltò verso Biago e disse:
“Amico mio, qui fuori troverai la risposta alla tuta domanda.”
Biago allora lo seguì, incuriosito da quelle parole.
E uscito dalla capanna vide tre cavalieri, ricoperti da solide e spesse corazze ed armati di tutto punto.


(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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