Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 13-01-2010, 01.01.31   #146
Guisgard
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ARDEA DE' TADDEI

LXXVI

“A lui il figlio di Venere <<O Febo- disse-
il tuo arco trafigga pure ogni cosa, ma il mio
colpisca te, e di quanto tutti gli esseri animati
sono inferiori a un dio, di tanto è inferiore la
tua gloria alla mia.>>”
(Metamorfosi, I)


La notte trascorse dolce.
I due si amarono con vigore e forte passione.
In quel profumato e soffice letto, i capelli di lei avvolgevano ed accarezzavano il corpo di lui.
Le loro mani più volte si strinsero le une alle altre, quando entrambi i due amanti assaporarono il momento più alto ed intenso della loro passione.
Allora i loro corpi vibrarono al dolce suono della lira di Amore.
E quando l’alba sorse, diffondendo e riversando su tutto il creato il suo roseo sospiro, li trovò abbracciati ed addormentati l’uno sull’altra.
Allora un leggero e luminoso raggio di quell’alba si posò sui loro visi, uniti dal medesimo sospiro.
Ardea in quel momento si svegliò e rimase ad ammirare il volto di Alaida per alcuni istanti.
La sua bellezza, non più ornata da gioielli e colori, dopo quella notte dedicata ai giochi d’amore, appariva fresca come una rosa.
Naturale e più viva.
In quel momento Alaida aprì gli occhi.
Non disse nulla e restò in silenzio, con il viso sul petto del suo amante.
“Icaro che vola troppo vicino al Sole e cade sulla terra.” Disse Ardea fissando un dipinto sul soffitto della stanza.
Ed una lacrima inumidì il vellutato volto di lei.
Allora si strinse ancora più forte ad Ardea.
“Sei sveglia…” Sussurrò il cavaliere.
“Non dire nulla ti prego…” Sospirò lei.
Ardea le baciò la testa e la strinse forte a se.
Restarono così, in silenzio, per diversi istanti.
E quel silenzio era rotto solo dal battito del cuore di Alaida.
“Vorrei che questo momento possa non finire mai.” Disse all’improvviso. “Anche se che questo è impossibile.”
Ardea la guardò senza dire nulla.
“L’amore non da felicità” continuò sedendosi al centro del letto “ma solo un effimera e breve gioia.”
Ardea si sedette accanto a lei e l’abbracciò.
“Chi è la donna che si cela dietro la regina Alaida?” Chiese il cavaliere.
“Una donna” rispose lei dopo un momento di silenzio “che non vuol cedere alle illusioni di Amore.”
“Amore non illude. Mai.”
Alaida, a quelle parole di Ardea, cominciò a piangere.
“Chi sei?” Chiese Ardea.
“Mio padre era un vassallo del duca” cominciò a raccontare lei “e resse Cardizia fino a due anni fa. Era un uomo giusto, ma amava le donne. Mia madre ha sofferto per anni. E quando lui morì, mia madre non visse a lungo, consumata com’era dalla sofferenza e dalle umiliazioni.”
Pianse di nuovo.
Ardea la baciò sul viso e la strinse forte.
“Io giurai che mai avrei ceduto alle calunnie dell’amore” riprese a raccontare “e che mai avrei permesso ad un uomo di rendermi fragile e debole. Così, quando rimasi padrona di Cardizia, al comando di tutte le altre donne, cacciai nella foresta ogni uomo. E da quel giorno nessun uomo è vissuto più di tre giorni in questa contrada.”
“Allora” disse Ardea “gli uomini che le tue soldatesse catturarono nella foresta erano fra quelli scacciati da Cardizia!”
“Si” rispose Alaida “e vivono come cacciatori e pastori attorno alle mura di Cardizia. Ed è vietato loro tentare di entrare.”
“Come è possibile” chiese Ardea “che degli uomini si facciano cacciare dalla loro casa da un gruppo di donne?”
“Sono poco più che contadini” rispose Alaida “mentre noi eravamo addestrate e ben armate. Sebbene Cardizia sia sempre stata una contrada pacifica, mio padre amava le armi e da piccola mi istruì su come maneggiarle. Ed io ho fatto lo stesso con le mie compagne. Ed una notte di Maggio, con le armi e con la forza prendemmo il potere a Cardizia.”
“E davvero” chiese Ardea “siete convinte di poter vivere in questa eterna illusione? Davvero credete che l’uomo e la donna, l’armonia del creato, concepite da Dio ed unite attraverso Amore per Sua volontà, possano vivere separati?”
“Si!” Esclamò Alaida. “Lo credo! E nulla mi farà cambiare idea!”
Ardea la fissò senza dire nulla.
“Cosa credi?” Chiese lei. “Che questa notte abbia forse cambiato il mio più profondo credo? Credi che questa notte ti abbia risparmiato la giusta punizione che spetta a voi uomini! Se l’hai creduto, allora sei uno sciocco!”
Ardea la prese per le braccia.
“Guardami negli occhi e dimmi che per te questa notte non ha significato nulla! Dimmelo!” Esclamò.
Alaida si staccò dalle sue mani ed afferrò una campanella d’oro che aveva su un mobiletto accanto al letto.
E la suonò con agitazione.
Un attimo dopo, nella stanza, giunsero dieci guardie armate.
Circondarono il letto, puntando contro Ardea le loro lance affilate e lucenti.
“Conducetelo via.” Ordinò Alaida. “Sapete dove.”
Ardea la fissò mentre le guardie lo portarono via.
Giunto sulla porta gridò:
“Guardami Alaida! Guardami!”
Ma ella non ascoltò le sue parole. Anzi, non ebbe la forza di guardarlo mentre lo portavano via.
E quando restò da sola in quella stanza, avvolta da quelle coperte che ancora avevano il profumo di lui, Alaida, la regina che non voleva amare, pianse amaramente.


(Continua...)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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