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Vecchio 12-12-2011, 23.31.19   #14
Il Viandante
Viandante
 
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Il Viandante è sulla buona strada
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Originalmente inviato da Chantal Visualizza messaggio
Un messaggero di Camelot raggiunge gli appartamenti di Chantal.

MESSAGGERO:"Porto buone nuove da Camelot,mia signora.Un viandante chiede ospitalità per sostare e riposare prima di riprendere la sua Cerca."
CHANTAL:"E,ditemi,è stato già ricevuto a corte?"
MESSAGGERO:"Si,mia signora.Il comandate dei Dragoni,sir Hastatus,ha disposto affinchè colui che giunge ricolmo di saggezza possa godere di ogni proivilegio che lo faccia sentire accolto,e di casa,in quel di Camelot."
CHANTAL:"Ebbene,intraprenderò subito il viaggio al fine di portare al nuovo giunto i miei ossequi."

Prima di partire,Chantal raggiunge la sorgente del fiume che nasce dai teneri monti circostanti la sua campagna,preleva dell'acqua fresca e cristallina,e la arricchisce di petali di rose.
L'acqua di rose sarà il dono che offrirà all'ospite di Camelot affinchè egli possa rinfrescarsi e rigenerarsi dopo le fatiche del lungo viaggio.

Ella entra in Camelot in tarda serata,coi favori della Luna che si sta levando,ed incontra il nuovo ospite..

Giungo a portarvi il mio benvenuto,Viandante.Nobili propositi vi annunciano:Cercatore di Gnosi e confortatore di spiriti oppressi.
Nobili propositi,dunque,che esprimono raffinate ricchezze e radici affondate nella bontà cristiana.
"Pietà struggente"..come è dolce il suono di questa frase..e "le umane sventure"..qual tristezza all'uomo esse gravano..
"Poter essere per poter dare"..
Essere luce,sorgente,cibo,cura ai propri simili..
Davvero potete tutto questo?
Allora giungete come la manna.
Desidero che possiate rallegrarvi delle gioie che già vi appartengono in questo reame,felicitarvi del vostro cuore e nutrirvi della dolce poesia di chi queste terre le abita.

Poi,Chantal versa l'acqua di rose e ne offre all'ospite.



Mia Signora, tale è la vostra cortesia e colmo di grazia il vostro adornato dire, che il mio spirito trova un attimo di pace nel suo peregrinare. Memore del monito dell’Acquinate, secondo il quale Imperfettamente conosciamo e imperfettamente amiamo, poiché creature umbratili siamo, in tutta umiltà accompagno chi cerca il mio consiglio, per lenire le ferite dell’impervio sentiero.
Porto scritte, sul mio mantello di pellegrino, le antiche parole di un saggio di moresca stirpe:

Vieni, vieni; chiunque tu sia vieni.
Sei un miscredente, un idolatra, un pagano?
Vieni.
La casa del mio cuore non è un luogo di disperazione;
anche se hai violato cento volte una
promessa... vieni.

Con reverenza accolgo il bacile che graziosamente mi porgete, ricolma di rose, simbolo floreale tanto caro a chi cerca il Vero.
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Tutti se non possiamo avere le virtù del corpo possiamo almeno possedere quelle del cuore. Le prime, come la statura, la forza, la beltà, l’uomo le riceve nascendo. Ma la cortesia, la saggezza, l’indulgenza e la lealtà, la prodezza, la generosità, l’arditezza, solo l’inoperosità può impedire di possederle, poiché esse dipendono dalla volontà. E’ il cuore che fa valente l’uomo.
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