Annui a quelle parole della sacerdotessa, senza aggiungere altro.
Vivevo sola da talmente tanto tempo che la gente mi irritava per niente.
Evitai così di farle notare che io me ne stavo già andando, che era stata lei a fermarmi.
La salutai con un leggero cenno del capo, presi spada e scudo e mi diressi verso le mie stanze.
Salii le grandi scale un gradino alla volta, pensando a quelle parole della sacerdotessa.
Perché doveo dare credito a un sogno?
Io stessa ne facevo molti, dopotutto, e non avevano né capo né coda.
Quasi senza accorgermene, ero giunta nei miei alloggi.
L'immensa prigione dorata in cui era rinchiuso il Cuore, e io con lui.