Visualizza messaggio singolo
Vecchio 26-02-2011, 05.07.25   #1214
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il Sole filtrava dalle finestre e dalle fessure delle scuderia, riflettendosi sulla paglia tutt’intorno in un alone dorato.
Si udivano le grida gioiose della gente, che però sembravano lontane e quasi estranee.
“Amico mio…” disse Guisgard accarezzando il suo cavallo “… ti trovo in gran forma… ricordi la Cornovaglia? Eri sempre il primo… primo nella corsa, primo nello scalciare e nel caricare… amico mio… ora torneremo a casa… forse lì troveremo quella serenità che tanto ci manca…”
Strinse allora le redini del suo cavallo e per un attimo il suo sguardo si perse tra i raggi di Sole che invadevano quell’ambiente.
“Siete qui…”
“Voi? Cosa cercate qui?” Chiese Guisgard a Ramon.
“Cercavo voi…” rispose questi “… anzi, tutta Cartignone vi sta cercando…”
“Davvero? Non credo affatto…”
“Eppure tutti per le strade parlano di un formidabile spadaccino…”
“La gente dimentica presto, credetemi…”
“Può darsi... ma a voi non interessa la gente comune, o sbaglio?”
“A me interessa solo di me stesso…” rispose Guisgard, mentre sellava il suo cavallo “… anzi, vi dirò… amo stare da solo, lontano da tutto e tutti…”
“A volte la vita è strana, quasi beffarda…”
Guisgard lo fissò incuriosito.
“Siete tanto abile con la spada, tanto coraggioso ed audace da rasentare talvolta quasi la follia…” continuò l’inquisitore “… eppure ora volete fuggire via…”
“Fuggire?” Ripeté Guisgard. “Fuggire da cosa?”
“Dovreste essere voi a dirlo a me, cavaliere…”
“Vi confondete, monsignore.”
“Allora perché non avete partecipato alla premiazione?”
“Perché non c’è nulla da premiare!” Rispose Guisgard. “Non sono fatto per gli onori e per i premi! Non mi interessano!”
“Vedo che siete in partenza… dove siete diretto?”
“Lontano… a Cartignone non ho più nulla da fare… niente ormai mi trattiene più qui…”
“Beh, avete salvato lady Talia, la pupilla di lord Frigoros... e immagino lei voglia ringraziarvi…”
“Talia?” Ripetè il cavaliere, smettendo per un momento di stringere i lacci attorno alla sella. “Ormai lady Talia è felice, ha ritrovato suo padre e la sua città è libera… non credo a lei importi altro… ed in fondo è giusto così…”
“E voi?” Chiese Ramon.
“Io? Io sono un estraneo qui a Cartignone… un cavaliere errante come ce ne sono tanti… presto nessuno ricorderà più il mio volto ed il mio nome…” riprese a sellare il cavallo ed aggiunse “… un cavaliere appare sulla scena impersonando un ruolo in questa grande tragedia o farsa, fate voi, che è la vita… e finita la battaglia, lo spettacolo, sparisce nello stesso modo in cui è comparso…”
“Date una definizione di voi stesso tanto romantica quanto discutibile, amico mio!”
“Ora devo andare…”
“Siete davvero deciso, dunque?” Domandò Ramon.
“Un monaco mi ha consegnato una lettera… è da parte di mio zio il duca…” mostrando la lettera all’inquisitore “… credo sia stato il vescovo ad inviare qui quel monaco… in Cornovaglia si combatte… c’è stata una rivolta guidata dal cugino di mio zio che vanta diritti sul ducato… il mio posto ora è lì, a combattere al fianco di colui che mi ama come un padre, benché io gli abbia dato solo dispiaceri…”
“Capisco…”
“Mi fareste una grazia, monsignore?” Chiese Guisgard. “Ebbene, vorrei che alla premiazione fosse ricordato il nome di un altro valoroso che ha dato la vita per liberare il regno… il mio amico Gila il nano…”
“Sarà fatto, avete la mia parola.”
“Vi ringrazio. E vorrei anche che consegnaste questo a lady Talia…”
“E’ un arco!”
“Si, andò perduto quando giungemmo nel tempio di quegli eretici… sono riuscito a ritrovarlo proprio mentre lasciavo quel posto maledetto… vi prego, fatele riavere qust'arco… è importante per lei… è un regalo di suo padre…”
“Forse dovreste essere voi a riconsegnarle quest'arco…”
“Non credo. Mi farete questa grazia?”
“Lo farò, state tranquillo.” Rispose il domenicano.
“Bene, allora non vi è più altro da dire…”
“Non volete salutarla?” Domandò Ramon.
“Devo andare… addio, monsignore…”
“Cavaliere…” mormorò Ramon “… che Dio vi benedica.” Disse dopo un attimo di silenzio.
Ed uscì dalle scuderie, lasciando il cavaliere da solo, mentre tutta Cartignone faceva festa.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso