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Vecchio 01-05-2017, 16.30.06   #39
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il viaggio, il mare, Ginevra e la mia Margherita...

Non so perchè, ma quel primo pomeriggio di Maggio mi ritrovai in auto.
Forse perchè mi piace guidare nelle giornate soleggiate e fresche, schiarite dal vento con tutto il paesaggio circostante ben visibile e sognante.
E passando davanti alla stazione la vidi.
Chissà perchè ci sono sempre i treni a scandire i momenti importanti della nostra vita.
Gli incontri, gli arrivi, le partenze, poi il ritrovarsi e gli addii.
La vidi, la chiamai ed un attimo dopo era in auto con me.
“Sei fortunata...” dissi io guidando “... con l'auto arriverai molto prima a casa.”
“Si, davvero...” sorridendo lei, per poi specchiarsi “... uff... lo specchio in giornate simili non è mai carino... mi trovi col viso stanco?”
Io sorrisi osservandola.
Era bellissima.
Ora come la prima volta che l'avevo vista.
I capelli di un biondo rossiccio che solo lei aveva, gli occhi di un verde screziato come le acque di un lago a riposo.
“Un tempo dicevi che avevo il volto di Ginevra...” lei.
“Infatti...” io “... e sai che sono un esperto di letteratura.”
“E non solo...”
“E di cos'altro?”
“Di donne, ahimè...” lei con una smorfia “... ne hai avute troppe... non conosco nessuno che ne abbia avute tante...”
“Si, sfotti sfotti...” ridendo io.
“Non mi hai risposto...”
“Riguardo a cosa?”
“Su Ginevra...”
“Lo sai...” mormorai.
“Cosa?”
“Che sei sempre stata lei...”
Lei mi guardò per poi illuminarsi con un sorriso.
“Ti secca se metto un po' di musica?”
“Prego...” divertito io “... so che spesso il mio conversare ti annoia...”
“Ma nò, scemo...” accendendo lo stereo lei “... sai che adoro la musica...”
Ascoltammo così un po' di canzoni e ad un tratto allungai la mano cercando la sua, trovandola.
Guidammo così, mano nella mano, come facevamo un tempo, per un po', senza dirci nulla.
“Guarda, si vede già il mare...” fece lei, prendendo un ciondolo a forma di margherita dalla borsetta.
“Cos'è?” Chiesi io.
“Un ciondolo margherita...” rispose lei.
“Il fiore della speranza e dell'attesa...” piano io.
“Si vedono anche le isole...” indicò lei “... amo il mare... non potrei viverci lontano...”
“Tra poco ti riporterò a casa...” a lei io.
“Perchè non ha funzionato?” Malinconica lei.
“Non lo so, non ho tutte le risposte...”
“Non sei Guisgard?” Tra il sarcastico ed il malinconico lei.
Io mi limitai a guardare il suo bellissimo viso.
Un viso che mai come adesso mi appariva meraviglioso, come quello di Ginevra.
“Come ci saluteremo?” Domandò lei.
“Non lo so...”
“Forse non so dire addio...” fissando il mare dal finestrino lei “... forse non ho il coraggio... forse non mi piace... non doveva finire...”
“Fra tutti questi forse manca il non voler e il non poter dire addio, non trovi?” Guardando la strada io.
“Non sono brava come te con le parole...”
Costeggiammo il mare.
“Ti prego, ti fermi un attimo?”
“Adesso?” Stupito io.
“Si, ti prego...” annuì lei, come una bambina “... voglio solo passeggiare pochi minuti sulla spiaggia...”
Io accostai e lei corse verso la riva spumosa.
Restai a guardarla.
Mi accorsi poi che lo stereo era ancora acceso e lo chiusi.
Quando poi tornai a guardare il mare, lei non c'era più.
La cercai con lo sguardo a lungo, senza più trovarla.
Allora capii.
Il mare l'aveva portata anni fa ed il mare adesso se la riprendeva.
Come una di quelle vecchie e romantiche storie d'Amore che talvolta si cantano sui moli salati dalle onde.
Tornai allora in auto e ripartii.
Senza badarci allungai la mano a cercarla, ma lei non c'era più.
Ero da solo.
Sul sedile, al suo posto, c'era solo il ciondolo a forma di margherita.
Aveva meravigliosi petali smaltati, ma purtroppo non si potevano sfogliare, non si potevano interrogare.
Il mare almeno quel ciondolo aveva voluto lasciarmelo in quel lungo addio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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