Discussione: Ardea de'Taddei
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Vecchio 15-04-2015, 01.39.20   #286
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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“<<E' questa la regione, è questo il suolo e il clima>> disse allora l'Arcangelo perduto, <<è questa sede che abbiamo guadagnato contro il cielo, questo dolente buio contro la luce celestiale?>>”

(John Milton, Paradiso Perduto)



Davanti a quella scena Biago si sentì avvilito.
I falchi si erano dimostrate creature quasi di un altro mondo.
Un mondo oscuro, malvagio e sacrilego.
“Non è il momento di abbattersi...” disse Ardea, spronandolo “... presto, o faranno strage del frate!”
Questi infatti era ai piedi della sua mensa, impaurito, a balbettare preghiere per salvarsi.
I due falchi, allora, si lanciarono di nuovo in picchiata e raggiunsero la scrofa, cominciando poi a maciullarla con gli artigli ed a strapparne le carni con i loro becchi.
Ardea, comprendendo che quello era il momento di agire, raggiunse la brace ancora calda dove avevano cotto la scrofa ed iniziò ad intingere nel grasso colato tra le pietre e la cenere le sue frecce.
Quelle che erano state forgiate dalle armi del malvagio Govarola.
Portò poi le frecce sui tizzoni ancora ardenti della brace e diede loro fuoco.
Mirò così alle carni della scrofa e in un attimo quel pasto prese fuoco, avvolgendo in rapide fiamme i due terrificanti rapaci.
In principio i due uccelli tentarono la fuga, col primo però che non riuscì neanche a spiccare il volo, tanto erano consumate le sue ali e con il secondo che, alzatosi per pochi metri, fu subito raggiunto da un altro dardo di Ardea che gli spaccò in due un'ala, facendolo cadere pesantemente al suolo.
Il cavaliere allora si tolse il mantello e raggiunse prima un falco, poi l'altro, spegnendo le fiamme che li stavano carbonizzando.
“Perchè?” Stupito Biago. “Lasciali bruciare!”
“Ci servono vivi.” Fissandolo il cavaliere.
“Perchè mai?” Domandò lo scudiero.
“Vedrai.” Rispose Ardea. “Andiamo dal frate ed accertiamoci che stia bene.”
I due, così, raggiunsero il religioso per sincerarsi delle sue condizioni.
“Come state?” Aiutandolo ad alzarsi Ardea.
“Oh, Signore...” mormorò ancora scosso il religioso “... Bontà Divina...” scuotendo il capo.
“Su, che state benissimo.” Sorridendo Biago.
“Ma...” farfugliò il frate “... ma cos'erano? Demoni?”
“Erano falchi.” Spiegò Ardea. “E voi siete stato coraggiosissimo. Senza di voi sarebbero ancora in volo a terrorizzare la contrada.”
“Non esistono falchi simili...” incredulo il religioso “... non possono esserci animali tanto mostruosi... nessun Testo Sacro li cita...”
“Nei Vangeli” fece Ardea “Nostro Signore scaccia i demoni... perchè sono una realtà.”
A quelle parole del cavaliere, il religioso chinò il capo ed annuì, per poi farsi il Segno della Croce ed iniziare a recitare i Divini Misteri del Santo Rosario.
Essendo Mercoledì erano dunque i Divini Misteri Gloriosi quelli che il frate recitava.
E lo scorrere del Santo Rosario fra le dita del religioso pareva scandire un inquietante conto alla rovescia, dopo il quale, Ardea ben intuiva, la Questione avrebbe mostrato il suo vero volto.
Per questo l'eroe eponimo di tutti i Taddeidi cercava con lo sguardo il castello che dominava l'intera contrada.
Da esso infatti sarebbe giunto il vero nemico da affrontare in quella terribile impresa.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 15-04-2015 alle ore 01.50.46.
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